
AI SAPIENS: un nuovo linguaggio per leggere l’innovazione
Passato e presente
in dialogo per comprendere il futuro
Banca Generali lancia AI Sapiens, il nuovo format editoriale dedicato all’intelligenza artificiale e al suo impatto reale nella vita di tutti i giorni.
Dopo l’esperienza di successo con BG4SDGs Talks, prosegue l’impegno nella divulgazione con un progetto che guarda al futuro attraverso una lente concreta: come l’AI viene integrata oggi per migliorare la produttività, l’organizzazione e la capacità decisionale nei più diversi ambiti della società.
AI Sapiens ha infatti l’obiettivo di raccontare l’intelligenza artificiale da più prospettive: aziendale, culturale, scientifica. Un percorso accessibile, non accademico, che aiuta a comprendere come questa tecnologia stia già trasformando il nostro modo di vivere.
Christian Greco apre il viaggio nel passato digitale al Museo Egizio di Torino
Il primo episodio si apre in una delle istituzioni culturali più prestigiose al mondo: il Museo Egizio di Torino. A guidarci è Christian Greco, Direttore del museo, che propone una visione innovativa del rapporto tra archeologia e intelligenza artificiale.
“I musei non sono solo luoghi di conservazione della memoria, ma luoghi di creazione della memoria. Interroghiamo il passato con gli strumenti del presente.”
Greco racconta come le nuove tecnologie stiano rivoluzionando il modo di studiare, conservare e comunicare la cultura materiale: mummie sbendate virtualmente, papiri srotolati digitalmente, diagnostica avanzata per immagini applicata ai sarcofagi. Tutto questo permette di riscoprire informazioni fino a pochi anni fa inaccessibili.
“Il metaverso può diventare un modo per restituire contesto agli oggetti dispersi, per ricostruire tombe, famiglie e riti perduti. Non per replicare il museo, ma per far rivivere la sacralità che lo circonda.”
Tra sogni ambiziosi e applicazioni già attive, emerge una chiara direzione: intelligenza artificiale come strumento di connessione tra dati, linguaggi e generazioni. Una tecnologia che, se addestrata a riconoscere unicità e contesto, potrà davvero arricchire la ricerca e la conoscenza.
“Nell’AI dobbiamo educare l’algoritmo a riconoscere il valore del dettaglio, della parola giusta nel posto giusto. Esattamente come facciamo con le lingue antiche, con la poesia, con l’arte.”