
BG Art Talent
Sosteniamo in prima fila il mondo dell'arte e della cultura per la ripartenza del Paese
In prima fila per sostenere il mondo dell'arte e della cultura nella ripartenza dopo un anno di chiusura causato dalla pandemia.
E' proprio a partire da lunedì 13 settembre 2021, in concomitanza con l'inizio di Milano ArtWeek 2021, che ripartiamo con il progetto BG Art Talent e con l'esposizione al pubblico di due nuove opere d'arte realizzate da due giovani artiste italiane contemporanee più apprezzate a livello internazionale: Rosa Barba e Lara Favaretto.
Le due opere, selezionate da Vincenzo De Bellis (Direttore Associato del Walker Art Museum di Minneapolis, USA), entreranno a far parte della collezione Banca Generali nell'ambito del progetto BG Art Talent e saranno esposte all'interno del nostro BG Training & Innovation Hub in Via Achille Mauri/Angolo Via Fieno a Milano.
Cos'è BG Art Talent?
BG Art Talent è un progetto che vuole supportare le giovani generazioni di artisti che si sono fatte strada a livello nazionale e internazionale per proseguire nella loro crescita e visibilità.
Lara e Rosa sono tra le più autorevoli artiste italiane under50. Hanno all’attivo un elevato numero di mostre personali in musei italiani e internazionali e anche partecipazioni a grandi mostre internazionali. Le due opere qui presentate, così diverse tra loro, hanno in comune l’importanza dell’azione performative che porta alla formalizzazione finale del lavoro.
Continua a leggere per scoprire di più sulla biografia delle artiste, le opere esposte e i giorni e orari di apertura al pubblico.
Rosa Barba con "Language Infinity Sphere (recording)"
Nata ad Agrigento nel 1982, vive e lavora a Berlino.
Da anni porta avanti un lavoro di ricerca e sperimentazione che attraversa il linguaggio cinematografico e scultoreo, riflettendo sulle qualità poetiche del paesaggio naturale e umano, sui luoghi come archivio della memoria e scardinando il concetto di tempo lineare.
Immagini dall’esito potente, ritratti di architetture obsolete e paesaggi naturali, riprese di deserti remoti ricorrono costantemente nel suo lavoro, uniti a frammenti di testi e a scenari in cui passato e presente si intrecciano.
Rosa è vincitrice di numerosi premi e presente in mostre e rassegne internazionali.
L'opera
L'opera, Language Infinity Sphere, è frutto di un atto performativo realizzato con una sfera d'acciaio completamente ricoperta di caratteri tipografici in piombo ricevuti in eredità da una tipografia italiano che ha chiuso dopo 40 anni di attività.
Con un movimento unico e ripetitivo l'artista muove sulla tela quella sfera creando un testo frammentato che si fissa sulla tela stessa. Il lavoro è una ribellione contro la rarefazione del linguaggio contemporaneo.

Lara Favaretto con "Squeezing"

Nata a Treviso nel 1973, vive e lavora a Torino.
Nelle sue opere alcuni dei materiali più utilizzati sono coriandoli, cemento, bombole d'azoto, spazzole d'autolavaggio, fili di lana.
L'artista si muove tra vari linguaggi utilizzando un approccio profondamente empirico, che accetta l'improvvisazione, l'inaspettato, l'errore.
Il risultato sono opere nelle quali spesso non c'è una forma predefinita, ma dove questa è messa in discussione da processi distruttivi, umani o meccanici, attivati dall'artista.
Pervasi da un sentimento tragico, che si fa strada anche dove riferimenti e materiali appaiono più leggeri, i lavori della Favaretto mettono in discussione il feticcio dell’opera d’arte, la sua valenza estetica e la sua stessa essenza, attraverso il riconoscimento della futilità degli sforzi che la generano e la loro possibilità di fallimento.
L'opera
Dal 2010 Lara Favaretto ha aggiunto al suo lessico espressivo il cemento, realizzando una serie di iconografie marcatamente scultoree di cui fa parte Squeezing, 2014, qui esposta.
Al fine di esplorare il potenziale espressivo e la duplice natura – solida e malleabile – di questo nuovo strumento, Lara lo perfora, gli imprime lo stampo di altri oggetti quando è ancora fresco. L’artista congela così la propria azione ed i propri stati d’animo: sulla superficie non più liscia dei blocchi, che induriscono gradualmente, affiora la transitorietà dell’esercizio artistico che resta impresso nella materia e nei titoli, che raccontano l’azione a cui sono stati assoggettati i blocchi.

Michele Seghizzi, Direttore Marketing & Relazioni Esterne