Una delle attività portate avanti dal Professore è proprio la creazione, insieme alla Commissione Europea di cui è membro, di un codice di condotta contro la disinformazione che impegni non solo le big tech, ma la società tutta proprio perché, come sta dimostrando il conflitto Ucraina – Russia nelle ultime settimane, quello della propaganda e dell’informazione sono un vero e proprio strumento bellico.
E a tal proposito afferma che è fondamentale “avere un codice unico, dove mettere insieme le necessità del pubblico e del privato per regolamentarle e far sì che entrambe le parti si impegnino a seguire. Questa può essere una delle risposte importanti per prevenire fenomeni bellici e la mancanza di una cultura sostenibile”.