La presenza di elevati rischi e volatilità è una caratteristica dei mercati del debito emergente e dei Paesi “di frontiera”. Questi ultimi sono una eterogenea categoria di mercati nazionali che non raggiungono ancora lo status di mercati emergenti, a causa di vari motivi: un livello di sviluppo ancora basso seppur in aumento, restrizioni agli investimenti esteri, piccole dimensioni del mercato e conseguente ridotta liquidità.
Una volatilità che si è manifestata a pieno lo scorso aprile, all’indomani del Liberation Day con l’annuncio dei nuovi dazi del presidente Usa Donald Trump. In quell’occasione le obbligazioni di Paesi come Pakistan, Nigeria ed Egitto sono scivolate bruscamente, perdendo diversi punti percentuali in poche sedute. Terreno in parte recuperato nelle settimane successive, con l’apparente allentamento delle tensioni commerciali e l’indebolimento del dollaro USA.
I mercati di frontiera, soprattutto con i rating più bassi, sono considerati tra i segmenti di mercato più vulnerabili quando l’avversione al rischio domina tra gli investitori.
Le obbligazioni argentine, per quanto possano fare notizia e attirare l’attenzione grazie a cedole elevatissime, espongono come visto a molteplici rischi: di cambio, politico, di liquidità macroeconomico e di credito. Un trend in comune con molti bond dei Paesi emergenti e di frontiera, che solo negli ultimi due mesi, a causa di fattori esterni legati alla politica commerciale americana.
“Strumenti finanziari come i bond dei cosiddetti ‘Paesi di frontiera’, come l’Argentina, portano con sé rischi elevatissimi per gli investitori non professionali. Valutarli questi rischi a fronte dei rendimenti offerti dai titoli richiede una grande esperienza e competenza tecnica. Il ricordo del default dei cosiddetti ‘Tango bond’ avvenuta tra il 2001 e il 2002 è ancora vivo. Per questo si tratta di un segmento di mercato dove, ancora più che in altri, è fondamentale avvalersi del supporto di una gestione attiva e professionale, per attenuare tali forti rischi”, conclude Baldessari.