Progetti di Sostenibilità
I Giovani oltre il profitto
Banca Generali sale in cattedra dell’Università Bocconi con un progetto innovativo che ha coinvolto oltre 200 studenti e che ha portato a dei risultati davvero molto interessanti, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Mossa: «Prima si trasforma l’azienda, solo successivamente sarà possibile cambiare la cultura dei clienti»
La responsabilità sociale e ambientale rappresenta, per i giovani, un elemento cruciale nelle decisioni di consumo, investimento e lavoro. Questa tendenza è stata al centro della ricerca Finanza e giovani, cosa c’è oltre il profitto?, realizzata per Banca Generali dal Sustainability Lab di SDA Bocconi, guidato dal professor Francesco Perrini. Ne hanno parlato Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali, Stefano Romito e Stefano Pogutz dell’Università Bocconi di Milano.
Il progetto è stato innovativo sia per le modalità di ricerca adottate sia per l’obiettivo finale dello studio ed ha coinvolto 248 studenti dell’Ateneo. Per la prima volta si è cercato di quantificare l’elasticità agli Esg della propensione all’investimento della frangia più giovane dei Millennials. In altre parole, di misurare quanto pesa la variabile Esg nella scelta di un portafoglio per chi appartiene alla generazione nata a fine Millennio.
RISULTATI
Gli studenti hanno considerato gli strumenti finanziari con elevato rating Esg maggiormente in linea con le loro scelte di investimento sia a parità di rendimento atteso sia a rendimento inferiore, ossia in quei casi in cui l’alternativa di investimento Esg si caratterizza per un rendimento offerto minore di due e di quattro punti percentuali. L’effetto osservato rimane rilevante (tra il 15 e il 20% di preferenze in più per i prodotti sostenibili) e costante anche stratificando la popolazione in base alle variabili anagrafiche, all’esperienza lavorativa, alle attività di volontariato e alla propensione al rischio. Un risultato che, secondo Pogutz, conferma l’importante cambiamento generazione in atto.
Dai risultati, infatti, emerge una forte necessità di integrare sempre più la dimensione Esg nei prodotti di investimento e di porre l’attenzione sulla formazione dei consulenti finanziari, rendendoli capaci di valutare e consigliare ai clienti strumenti che soddisfino le diverse dimensioni di performance (finanziaria, sociale, ambientale). Resta aperta la questione della liquidità: «Il mercato della sostenibilità è meno liquido – ha affermato l’AD di Banca Generali –. Una persona attenta alla sostenibilità è disposta a rinunciare alla liquidità? Questo sarà un aspetto da studiare con più attenzione».
LA TRASFORMAZIONE IN ATTO
Il cambiamento in atto è quindi evidente, ma la strada verso un’integrazione completa della sostenibilità nel business, e nel mondo finanziario, è ancora lunga. Secondo Mossa, quello che serve è una spinta in più da parte delle organizzazioni che devono cambiare, a partire dai vertici. «L’Egs deve diventare business, deve entrare nell’organigramma aziendale, e per farlo ha bisogno di un mandato forte. In Banca Generali siamo partiti dal Cda, con la creazione del comitato sostenibilità. Abbiamo poi inserito la parola sostenibilità anche nella nostra Vision. Abbiamo lavorato sul concetto, su cosa intendiamo per sostenibilità».
Il viaggio di un Patrimonio, dall’antichità ai nostri giorni
Banca Generali e Feduf, insieme per spiegare le basi del risparmio e dell’educazione finanziaria nell’opuscolo distribuito durante l’evento “Un Campione per Amico”
Da dove si parte per costruire un patrimonio? Grande o piccolo che sia, l’insieme dei nostri risparmi è un tesoretto di cui dovremo prenderci cura, si spesa, per tanto tempo. Imparare fin da piccoli le basi dell’amministrazione del denaro e dell’educazione finanziaria, quindi, è importante. Proprio questi due temi sono i protagonisti de Alla scoperta del patrimonio, il libretto che Banca Generali ha distribuito nelle piazze italiane durante le tappe di “Un Campione per Amico” 2018. E per capire ancora meglio i concetti che costituiscono l’educazione finanziaria è stata scelta Feduf, Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio, costituita su iniziativa dell'Associazione Bancaria Italiana.
Dalle fiabe alle pagine de Alla scoperta del patrimonio il passo è breve, giusto il tempo di un capitolo. I disegni del libretto di Banca Generali spiegano fin da subito il termine che dà il titolo all’opera. «La parola patrimonio deriva dal latino pater (padre) e da monium, suffisso che indica il Dovere. Il concetto nasce, insomma, come il “dovere del padre” di lasciare qualcosa ai figli (soldi, una casa o un terreno, un appezzamento)». E se nel passato il tesoretto era formato soprattutto da possedimenti terrieri e case, oggi le banche moderne offrono una grande quantità di modi in cui investire il denaro, nostro e della nostra famiglia: obbligazioni, bond, titoli di Stato, fino a prodotti più complessi come le azioni e gli investimenti finanziari.
Capire tutti questi termini non è semplice, serve una buona educazione finanziaria, cioè occorre migliorare, spiegano dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, «Il processo attraverso il quale i consumatori, risparmiatori, investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base». Gli interventi di Feduf nelle scuole sono serviti a questo, render più semplici parole “da grandi” e avvicinare gli studenti a una materia molto importante.
Le Ricette per l’Innovazione secondo Banca Generali
“Ricette di Innovazione è un nuovo format ideato da Banca Generali per capire come la società e il lavoro stiano cambiando attraverso la tecnologia. L’AD Mossa, insieme a Riccardo Zucconi – Ceo di King – e Andrea Guerra – Presidente esecutivo di Eataly – parlano di Innovazione e Fintech
Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali, ha incontrato Riccardo Zucconi – Ceo di King, software house che ha sviluppato Candy Crush Saga, il popolare gioco per smartphone – e Andrea Guerra – Presidente esecutivo di Eataly – per parlare di Innovazione e Fintech.
“Ricette di Innovazione” è un nuovo format ideato da Banca Generali per capire come la società e il lavoro stiano cambiando attraverso la tecnologia.
Il primo incontro si è svolto nella nuova sede milanese di Banca Generali, nel quartiere Citylife, e Gian Maria Mossa ha discusso di accessibilità e mobilità con Zucconi. «Nel nostro mondo il cliente vuole mobilità ma servono ancora le relazioni umane, i rapporti con le famiglie che si affidano a noi per il private banking, serve ancora quel livello di professionalità e relazione che difficilmente il digitale può dare», ha esordito l’AD di Banca Generali.
Nel secondo incontro Mossa si è confrontato con il mondo dell’agroalimentare, incontrando Guerra di Eataly. Il tema, in questo caso, è stato Tecnologia e Fintech, due mondi che stanno arrivando sempre più velocemente sia nel settore bancario sia in quello del food. Come si innesta l’agroalimentare con il fintech? «Da Eataly è il negozio fisico il punto focale. Se chiediamo ai clienti di raccontare cosa sia Eataly, racconteranno il negozio – ha spiegato Guerra –. Quindi, ogni nostra innovazione deve passare da qui. È una tendenza globale, lo possiamo capire guardando cosa stanno facendo i grandi come Amazon o Alibaba, entrambi aprono negozi fisici dove vendere prodotti. Penso che le frasi fatte sull’innovazione debbano un po’ essere smontate. Le relazioni sono importanti e continueranno a esserlo».
Banca Generali e “Un Campione per Amico”: sport e solidarietà segnano una doppietta vincente
La nuova edizione della manifestazione di Banca Generali ha portato nelle piazze italiane quattro atleti di fama mondiale. Insieme a un’Associazione a sostegno dei più piccoli
Più di otto mila ragazzi delle scuole elementari e medie. Quattro grandi campioni dello sport nazionale e internazionale, Adriano Panatta, Andrea “Lucky” Lucchetta, Francesco “Ciccio” Graziani e Jury Chechi. Un giro d’Italia molto speciale, con un obiettivo ben preciso: trasmettere i valori positivi dello sport, le basi dell’educazione finanziaria e la solidarietà ai giovani che formeranno la società del futuro.
Per il 2018, l’impegno ha coinvolto The Human Safety Net, Associazione che cerca di salvare i neonati dall’asfissia, promuove attività per i bambini in difficoltà e fornisce ai rifugiati i mezzi per aprire una propria attività imprenditoriale.
Per far conoscere la rete di supporto che attraverso protezione, investimento, formazione e mentoring punta a migliorare la vita di persone in difficoltà, The Human Safety Net è stata accanto a Banca Generali e “Un Campione per Amico” durante tutte le tappe del tour. Sono stati raccolti dei fondi e, allo stesso tempo, maestre e studenti sono stati sensibilizzati al progetto “for families”, nato per aiutare i genitori che gestiscono situazioni complesse in famiglia, con l’obiettivo di migliorare le prospettive dei figli. La Fondazione, sostenuta da Banca Generali, aiuta le famiglie nei primi sei anni di vita del bambino, considerati i più importanti per la sua formazione. I genitori partecipano a incontri dove imparano a gestire l’educazione dei figli e il bilancio familiare, per esempio. Questo progetto è attivo – per ora – in Argentina, Francia, Germania e Spagna.
Le scuole che hanno partecipato a “Un Campione per Amico” si sono così confrontate con le realtà di altre parti del mondo, prima di scendere in campo come veri protagonisti insieme alle star dello sport italiano e internazionale. I quattro campioni, ormai una squadra affiatata, li hanno aspettati ognuno sul proprio terreno di gioco: Adriano Panatta tra racchette e palline da tennis; Jury Chechi circondato da tappetini elastici; Ciccio Graziani con il pallone tra i pieni e, infine, Lucky Lucchetta dietro la rete da pallavolo. Il tempo di prendere confidenza con regole e trucchi del mestiere e via… Inizia il divertimento!
Tra uno sport e l’altro i ragazzi hanno avuto tempo anche di leggere Alla scoperta del Patrimonio: il libretto scritto da Banca Generali per spiegare i primi concetti del risparmio.
“Campioni di Vita” si diventa, oltre la disabilità
Quattro star dello sport in giro per le piazze italiane insieme a centinaia di studenti delle scuola superiori per portare sul palco sport e sociale, per trasmettere il messaggio che la disabilità non è da vivere come un ostacolo, ma come una sfida quotidiana e uno stimolo continuo a far di meglio
Andrea Lucchetta, Federica Maspero, Adriano Panatta, Oney Tapia sono quattro sportivi italiani. Hanno in comune, oltre ai tanti successi, la passione per la propria disciplina: la pallavolo, l’atletica leggera e il tennis. Poco importa se Oney e Federica fanno parte della nazionale paralimpica italiana, per cui hanno vinto diverse medaglie in competizioni internazionali come Mondiali e Olimpiadi.
Tra novembre e dicembre 2018, a Firenze e Genova, queste quattro star dello sport si sono ritrovate insieme a centinaia di studenti delle scuole superiori per la manifestazione “Campioni di Vita”, supportata da Banca Generali, Ap Communication e Comitato Italiano Paralimpico.
Un evento che ha voluto portare sul palco lo sport e il sociale per far capire ai ragazzi che la disabilità non è da vivere come un ostacolo, ma al contrario, come una sfida quotidiana e uno stimolo continuo a fare meglio, nelle competizioni e nella vita di tutti i giorni. Lo ha spiegato bene Oney, argento alle paralimpiadi di Rio 2016 nel lancio del disco per non vedenti: «L’attività sportiva mi ha sempre aiutato a sentirmi più in equilibrio. Dopo l’incidente che mi ha fatto perdere la vista, non volevo rassegnarmi e volevo continuare a vivere una vita piena – ha raccontato nella tappa di Firenze –. L’opportunità l’ho ricevuta dalla mia passione per lo sport da cui ho ereditato la grinta che oggi mi fa sopravvivere nella quotidianità. Ogni persona, se ce la mette tutta, scopre di poter essere capace di poter fare cose sorprendenti: con la forza di volontà e con l’ottimismo si arriva dappertutto. Ognuno di noi ha questa forza dentro, bisogna solo tirarla fuori».
Federica, argento mondiale su 400 metri categoria amputazione, ha perso entrambe le gambe a causa di una meningite fulminante. Ma non si è arresa: «Lo sport può rappresentare un ottimo punto di partenza da cui ricominciare per ridare spazio e importanza al proprio corpo, magari anche quando è provato da difficoltà o disabilità, oltre a dare riposo alla mente», ha commentato la campionessa, che è anche oncologa.
I due sportivi paralimpici sono stati intervistati da Andrea “Lucky” Lucchetta che, dopo aver lasciato l’agonismo, ha continuato a diffondere il suo amore per la pallavolo in tv, eventi e manifestazioni organizzate per avvicinare i giovani allo sport.
Nei due incontri, gli studenti hanno potuto vedere il cartone animato “Spike Team” ideato da Lucchetta e prodotto da Rai Fiction. Una storia che, ancora una volta, unisce sport, disabilità e integrazione.
C’è un Toro in via Torino che incorna la città
L’animale in bronzo, di tre metri d’altezza, è arrivato una notte di febbraio. Si tratta di “Io siamo Resilienza”, opera di Christian Balzano donata idealmente al comune di Milano da Banca Generali
Via Torino, nel centro di Milano, una notte di inizio febbraio. Nel silenzio gelato arriva un camion, si ferma, e un gruppo di persone inizia a scaricare un imballaggio molto voluminoso. Il gruppo di lavoro sposta e poggia a terra qualcosa che assomiglia a un grande specchio: si tratta, in realtà, di una superficie che rappresenta la cartina topografica di Milano, formata artisticamente dalla sovrapposizione dei diversi continenti.
Terminata la base è il momento dell’entrata a effetto.
Un toro di oltre tre metri d’altezza, in bronzo. È “Io siamo Resilienza”, una delle opere di Christian Balzano per Banca Generali che dà il titolo alla mostra che è stata esposta tra le stanze di Palazzo Pusterla, oggi sede di Banca Generali Private, a pochi passi da via Torino.
La mattina dopo, curiosità e stupore invadono il marciapiede dell’affollata via Torino, contagiando lavoratori e turisti e comportando anche qualche rallentamento del traffico all’altezza del n. 29/01, l’indirizzo del toro. Smartphone e macchine fotografiche iniziano a scattare senza sosta. Prima o dopo la lettura del pannello informativo che spiega l’opera. Non è immediato il significato di un toro che incorna il terreno. Ma il concetto di caduta e risalita è racchiuso dentro il termine resilienza, uno dei temi principali della mostra di Balzano. Alcuni ragazzi si fanno fotografare insieme al toro, altri commentano la somiglianza con quello più famoso di Wall Street. Altri ancora ricordano che qualche tempo fa una scultura simile era già apparsa a Milano. Ricordano bene. Infatti, si trattava sempre di Christian Balzano che nel 2008 aveva già donato al capoluogo lombardo un toro sdraiato su un fianco che per qualche settimana era diventato polo di attrazione in largo la Foppa.
Un toro che cade è anche una sorta di incidente artistico che si ritrova nel titolo di tutte le opere della personale di Balzano, “io-siamo”. Una contrapposizione tra singolare e plurale che vuole ricordare il rapporto tra il singolo e la Banca, fatto della fiducia di una persona verso il gruppo di lavoratori della società.