La miglior performance tra i grandi indici azionari mondiali è stata, anche nel 2024, quella del Nasdaq, che ha messo a segno alla chiusura del 13 dicembre, un rialzo del 32%. Ha seguito a ruota anche l’S&P 500, con un rialzo del 26,87%. Un risultato trascinato come nel 2023 dai grandi titoli tecnologici, i cosiddetti Magnifici 7. A brillare più di tutti è stato ancora il titolo NVIDIA, con un +183%, ma tutti i big della tecnologia hanno guadagnato a due cifre e si sono distinti anche Meta (+73%), Tesla (+41%) e Amazon (+40%).
“Le performance sono state molto concentrate e anche la capitalizzazione di mercato lo riflette. I primi 20 titoli dell’S&P 500 sono arrivati a valere quanto i restanti 480 titoli. Questi grandi titoli sono sempre più ‘sistemici’ e per questo potrebbero assistere a un ulteriore calo della volatilità”, spiega Perrotta.
Oltre ai Magnifici 7, hanno registrato performance da incorniciare anche altri tech, come Palantir (+326%, miglior titolo dell’S&P 500) e il settore energetico più tradizionale (GE Vernova +135%, Vistra +276%), grazie anche alla spinta delle aspettative di una politica energetica favorevole dalla futura amministrazione Trump.
L’esito delle elezioni presidenziali statunitensi è stato però un catalizzatore positivo per tutto l’azionario Usa. “L’amministrazione Trump dovrebbe mantenere un ampio grado di stimolo fiscale a sostegno dell’economia e anzi ha promesso un taglio alle tasse sui profitti societari, uno scenario che ha dato un ulteriore slancio al mercato azionario di Wall Street, che ha inanellato una serie di record”, aggiunge l’esperto di Banca Generali.
In coda all’indice invece continuano a esserci i titoli del settore pharma, biotech ed healthcare, che continuano a scontare trend strutturali negativi e ora anche la prospettiva di un forte cambio di rotta della politica sanitaria Usa con l’amministrazione Trump. Il peggior indice del listino è non a caso Walgreens Boots Alliance (-60%). A picco anche Moderna (-56%), Humana (-40%) e Biogen (-39%). Pesante rosso anche per Boeing (-35%), che sconta ancora le difficoltà nella produzione di alcuni modelli.