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Borse con il vento in poppa
Borse con il vento in poppa
23 giugno 2023#WeeklyWatch

Borse con il vento in poppa

Nel corso del semestre i principali listini azionari a livello globale hanno avuto ritorni positivi in doppia cifra. Proseguirà questo trend? E a quali ritmi?

Le Borse non perdono la rotta e in questi primi sei mesi dell’anno navigano con il vento in poppa. Nel corso del semestre i principali listini azionari a livello globale hanno avuto ritorni positivi in doppia cifra.

In particolare l’Eurostoxx 50 e l’S&P 500 hanno registrato rispettivamente performance del +15% e +13% circa in Euro. Il fatto che il più importante indice azionario al mondo, l'S&P 500, sia tornato in fase rialzista potrebbe essere derubricato a fattore di tipo tecnico. Ma anche gli osservatori più cauti di fronte a questa istantanea non possono non riconoscere una decisa ripresa dei corsi azionari: l’indice ha recuperato il 20% dai minimi di ottobre e questo significa che è entrato in un nuovo mercato toro.

Listini in rally

Più nel dettaglio il rally che si è verificato, con alcune eccezioni, a livello globale è dovuto alla prospettiva che le principali banche centrali possano essere vicine alla fine del ciclo di politica monetaria restrittiva e grazie alla crescita del prodotto interno lordo che seppur in diminuzione sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona si è dimostrata superiore alle attese degli analisti.

L’indice Nasdaq ha avuto i migliori ritorni da inizio anno con una performance vicina al 32% in Euro mentre l'indice S&P 500 è ora oltre il 20% al di sopra del minimo di ottobre 2022.

Tuttavia è da notare come la maggior parte dei guadagni sia stata trainata da tre settori: informatica, comunicazioni e beni di consumo discrezionali, e all'interno di questi, solo da pochi titoli. In effetti, sette titoli hanno contribuito al rialzo del 10% dell'S&P 500 quest'anno: Nvidia, Tesla, Google (Alphabet), Microsoft, Apple, Amazon e Meta. In particolare Nvidia, società particolarmente coinvolta nel campo dell’intelligenza artificiale, ha raddoppiato le stime delle vendite sul secondo trimestre a 11 miliardi di dollari. Questa cifra rappresenta circa la metà del totale del fatturato dello scorso anno.

L'Europa

Anche in Europa il mercato azionario ha registrato ritorni positivi del + 13% circa. A spiccare sono stati anche in questo caso titoli legati alla tecnologia come ASML (+27%) ma anche titoli bancari come Unicredit (+52%). Nello specifico il settore bancario europeo ha registrato utili record beneficiando del contesto di tassi più elevati sul proprio “Net Interest Margin”.

A soffrire sono stati da inizio anno sia negli Stati Uniti che in Europa i titoli legati al settore delle “utilities” e dell’energia a causa del ritracciamento dei prezzi di quest’ultima. Guardando Piazza Affari, i titoli migliori nel semestre sono stati appunto Unicredit +52,99%, Ferrari +43,92% e Bper Banca +42,66%, mentre i peggiori sono stati Tenaris (-21,68%), Finecobank (-22,23%) e Diasorin (-25,63%).

Le borse mondiali

A livello geografico a sottoperformare nel primo semestre è stato il mercato azionario cinese con ritorni negativi nell’ordine del -6% circa in Euro. A gravare sulla seconda potenza globale sono state le revisioni al ribasso della crescita del prodotto interno lordo a cui non è seguita una adeguata risposta da parte del governo di Pechino in termini di stimolo all’economia.

Sorpresa: l’Argentina con un +42% circa in Euro è nei primi sei mesi dell’anno il miglior mercato al mondo, mentre l’Italia risulta il miglior listino all’interno del cluster Emea. Nello scacchiere globale spicca il Brasile con +18,41% (sempre in Euro nel periodo) che nonostante le ottime performance non è riuscito a battere il Nasdaq: è dunque sul podio di miglior mercato come Paese ma non come indice.

In luce anche il Giappone che ha avuto ritorni nell’ordine del 14% in Euro da inizio anno simili dunque a quelli messi a segno da Piazza Affari.

Da segnalare anche le performance di Taiwan +19% e della Polonia +23%. Tra i Paesi emergenti la Cina risulta tra le peggiori Borse al mondo insieme a Sud Africa mentre tra i Paesi sviluppati uno dei peggiori è l’Australia che in Euro ha messo a segno -2,35% da inizio anno.

Le prospettive

Per quanto riguarda il mercato azionario di fondamentale importanza sarà la prossima revisione degli utili dove verrà testata la capacità delle imprese di mantenere utili superiori alle attese in un contesto in cui i consumi potrebbero incominciare ad essere impattati dalla politica restrittiva delle banche centrali. Inflazione e crescita saranno i temi sui quali il mercato si concentrerà nei prossimi mesi”, commenta Andrea Mongardini, Portfolio manager di Banca Generali.

Ad esempio, notiamo come l’inflazione americana sia scesa al di sotto del 5% per due volte consecutive a distanza di due anni dall’ultima volta. Riteniamo pertanto che un approccio bilanciato tra il comparto ‘growth’ e quello ‘value’ possa essere adeguato per poter navigare in tale scenario. Infine dopo la sottoperformance registrata dall’inizio dell’anno guardiamo con interesse al mercato cinese, che presenta oggi valutazioni inferiori alla media storica tenendo presente l’elevata volatilità che contraddistingue il mercato asiatico. Le nostre gestioni patrimoniali offrono una gamma capace di rispondere alle esigenze dei clienti in un contesto di mercato così difficile da leggere e interpretare”.

Il fronte obbligazionario

Sul fronte obbligazionario la Federal Reserve dal marzo 2022 ha alzato i tassi di interesse di 500bps portando il costo del denaro al 5,25%. Allo stesso modo la Bce ha alzato anch’essa i tassi di riferimento di 400 bps. Entrambe si sono poste come obiettivo prioritario il controllo della spirale inflazionistica partita dapprima con il Covid e poi esplosa con la guerra in Ucraina. In tale contesto i rendimenti del Treasury a 2 e 10 anni hanno toccato rispettivamente un massimo al 5% e 4,20% circa mentre quelli dei corrispondenti titoli governativi tedeschi al 3,33% e 2,70% circa.

Per quanto riguarda gli spread dell’Eurozona si è assistito ad una contrazione che ha portato in particolare ad un restringimento del differenziale di rendimento tra BTP e Bund in un’area intorno ai 155 bps. Il buon andamento del BTP è da attribuire fra le altre cose alle conferme del rating italiano in fase di revisione da parte delle principali agenzie di rating. Lato credito si osservano spread stabili sul comparto Investment Grade ed in contrazione sugli High Yield con livelli di rendimento in Europa a livelli rispettivamente del 5% e dell’8%. Da notare poi che da inizio anno il principale benchmark obbligazionario europeo ha registrato un rialzo del 2,80% circa.

Le valute

A livello valutario, dopo il forte apprezzamento del dollaro avvenuto lo scorso anno, si è osservata una fase di volatilità sul cambio che ha portato l’Euro dopo i primi sei mesi dell’anno ad apprezzarsi sulla valuta americana nell’ordine del 2,5% circa. “Ciò a causa della diversa prospettiva di politica monetaria delle banche centrali con la Fed che come anticipato dagli operatori è arrivata prima della Bce a una pausa nel rialzo dei tassi. Yen in indebolimento a causa della politica monetaria statica della Banca centrale giapponese”, conclude Mongardini.

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