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Investitori più cauti sul mercato dei bond
Investitori più cauti sul mercato dei bond
16 gennaio 2024#WeeklyWatch

Investitori più cauti sul mercato dei bond

L’abbondante offerta di nuove emissioni ha raffreddato l’entusiasmo degli obbligazionisti mentre il ritorno delle fiammate in Europa e le incognite geopolitiche - con la cronaca dal Mar Rosso - potrebbero complicare la marcia del taglio dei tassi delle banche centrali

Se il 2023 è stato un anno a due facce per il mercato obbligazionario il 2024 è iniziato con una vera e propria corsa ai bond. I maggiori protagonisti sono stati i titoli di Stato: solo la settimana scorsa il collocamento di sindacato di due Btp ha registrato una domanda record che ha radunato richieste per 155 miliardi di euro.

Parallelamente, tra nuove emissioni e annuncio di mandati esplorativi, è di fatto ripartita anche la corsa al mercato dei bond dei maggiori gruppi finanziari, industriali e bancari italiani (da Generali a Enel da Mediobanca a Bper). Paradossalmente l’abbondante offerta di nuove emissioni ha raffreddato l’entusiasmo degli obbligazionisti mentre il ritorno delle fiammate in Europa e le incognite geopolitiche (con la cronaca dal Mar Rosso) potrebbero complicare la marcia del taglio dei tassi delle banche centrali.

Per capire che cosa sta succedendo occorre guardare con attenzione a quanto è accaduto nel corso dell’anno appena chiuso per poi tracciare le prospettive di quello in corso. Fino a ottobre i rendimenti hanno continuato a salire, ritoccando i massimi dell’anno: 5% per il Treasury decennale e 3% per il Bund. Negli ultimi 2 mesi del 2023 i bond hanno invertito la tendenza, mettendo a segno ribassi significativi: il Treasury decennale ha chiuso l’anno sotto il 4%, il Bund è sceso fino all’1,8%. “Il cambiamento di rotta è stato dettato dalle banche centrali che, negli ultimi meeting del 2023, hanno lasciato invariati i tassi e fatto intravedere la possibilità di iniziare a tagliarli nel corso di quest’anno.  Gli investitori hanno quindi abbandonato l’idea di ‘tassi alti per un lungo periodo’ e hanno abbracciato con entusiasmo uno scenario aggressivo di taglio dei tassi, addirittura 7 nei prossimi 12 mesi per la Fed, con il primo dato quasi per certo già nel meeting del 20 marzo 2024”, commenta Paolo Baldessari, Responsabile Fixed Income & Alternative, Area Asset Management di Banca Generali.

Quali sono i maggiori rischi in questa fase per i mercati obbligazionari? L’esperto osserva che il peggior incubo dei banchieri centrali è quello di vedere l’inflazione tornare a salire. Ed è quello che è successo in Europa lo scorso mese di dicembre quando, per effetto di un rincaro dei prezzi dell’energia, l’inflazione è risalita dal 2,4% del mese precedente al 2,9%, interrompendo così una fase di continua discesa che durava da ottobre 2022, mese in cui è stato registrato il picco “storico” dell’inflazione (+10,6%). “Il rincaro delle materie prime, non solo energetiche, non è da escludere visto il riaccendersi del conflitto israelo-palestinese, che sta innescando un effetto domino nei confronti di tutti i Paesi che tatticamente ne sono interessati. Il Mar Rosso, dove transita il 30% del traffico marittimo internazionale, fa da principale palcoscenico ad una crisi commerciale che tocca gli interessi globali”, aggiunge Baldessari. La guerriglia dei ribelli Houthi dello Yemen sta costringendo le principali società di navigazione a sospendere la rotta e a circumnavigare il continente africano, aumentando tempi e costi di spedizione. Secondo le stime più recenti, quasi il 90% dei container che prima transitavano dal Mar Rosso sono stati dirottati su una tratta più lunga di oltre 7.000 km.

Non c’è da sorprendersi quindi che nei primi giorni del 2024 gli investitori si siano mossi con più cautela sui mercati obbligazionari, realizzando una parte dei profitti conseguiti alla fine del 2023. Oltre alle future dinamiche dell’inflazione, a raffreddare l’entusiasmo degli obbligazionisti è stata anche l’elevata offerta di nuove emissioni, sia pubbliche sia private. “Questo trend è destinato a proseguire per l’intero 2024”, osserva ancora il manager: secondo Bloomberg Intelligence, i governi dovranno collocare oltre 2.000 mld $ di nuovo debito, il 7% in più rispetto allo scorso anno. Particolarmente impegnativo il programma di emissioni per il governo Usa, che dovrà finanziare un deficit “elettorale” del 6% del Pil, più del doppio della media storica. Ancora forte invece l’appetito per i titoli di Stato italiani, come dimostrato dal boom di richieste da parte degli investitori per i primi due titoli collocati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze negli scorsi giorni.

Paolo Baldessari, Head of Fixed Income & Alternative, Area Asset Management di Banca Generali Paolo Baldessari, Head of Fixed Income & Alternative, Area Asset Management di Banca Generali
Il cambiamento di rotta è stato dettato dalle banche centrali che, negli ultimi meeting del 2023, hanno lasciato invariati i tassi e fatto intravedere la possibilità di iniziare a tagliarli nel corso di quest’anno. Gli investitori hanno quindi abbandonato l’idea di "tassi alti per un lungo periodo" e hanno abbracciato con entusiasmo uno scenario aggressivo di taglio dei tassi, addirittura 7 nei prossimi 12 mesi per la Fed.

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