Con Bce e Fed su due strade diverse in merito al taglio dei tassi, le attese del mercato sono anche per un indebolimento del cambio euro/usd, che ormai da molti mesi si muove in un intervallo abbastanza ristretto. Non solo, questa “danza” delle banche centrali coinvolgerà anche altri Paesi e le relative valute.
“Tra le valute dei Paesi sviluppati, saranno favorite quelle delle economie in cui i tassi di riferimento rimarranno elevati più a lungo. Ad esempio, il dollaro australiano potrebbe beneficiare se la Reserve Bank of Australia tenesse il costo del denaro sugli attuali livelli ancora per qualche tempo”. Tornando in Europa, “al contrario, la sterlina potrebbe essere penalizzata da un intervento espansivo della Bank of England, con un taglio dei tassi che il mercato attende all’inizio della seconda parte dell’anno”, continua Perrotta.
Uscendo dal campo delle economie sviluppate e passando a quello dei Paesi emergenti, che negli ultimi anni hanno attirato l’attenzione di molti investitori grazie a una performance sorprendemente stabile.
“Riguardo alle valute emergenti, l’adozione di politiche monetarie più accomodanti in queste economie potrebbe limitare l’apprezzamento di tali valute, favorito finora dagli elevati livelli di rendimento offerti dai titoli di Stato locali, lasciando spazio ad un movimento di progressivo deprezzamento nei confronti delle principali valute occidentali” spiega Perrotta.
È il caso della rupia indiana, che ha recentemente toccato i minimi storici contro il dollaro a quota 84, o del real brasiliano, sceso anch’esso sui minimi da oltre un anno nei confronti del biglietto verde.
Questa danza delle valute nasconde grandi rischi e opportunità per gli investitori, che possono muoversi tra le varie monete non solo per cercare rendimenti interessanti, ma per diversificare il portafoglio e proteggersi dalla volatilità sulle asset class principali.
“La diversificazione valutaria contribuisce ad aumentare la decorrelazione tra le singole asset class e a diversificare gli investimenti, contribuendo così a raggiungere gli obiettivi adatti al profilo di rischio/rendimento del singolo investitore”, spiega Perrotta.
“Tuttavia, come si è visto, nell’attuale panorama economico globale, caratterizzato da un consolidamento della crescita e da un’inflazione persistente, le politiche monetarie adottate dalle banche centrali nelle varie economie si dimostrano sempre meno convergenti e difficili da prevedere, sia per quanto riguarda la direzione dei tassi sia per le tempistiche delle decisioni. In un simile contesto, la scelta delle aree geografiche in cui investire deve passare attraverso il supporto di una gestione attiva e professionale, che si basi su un’attenta valutazione delle prospettive delle rispettive valute”, conclude Perrotta.