Il 2023 sarà o meno l’anno del “ballo del mattone”? In molti, parafrasando Rita Pavone, si chiedono se il settore immobiliare e in particolare quello residenziale, al giro di boa nel semestre appena chiuso, resterà una passione per gli italiani, se sarà cioè ancora interessante o perderà un po’ del suo appeal. E se i prezzi rimarranno stabili o registreranno nuove variazioni.
Una domanda lecita alla luce delle tendenze del mercato e dell’orientamento di politica monetaria con l’aumento dei tassi di interesse che non sarà definitivo visti i nuovi rialzi di luglio già annunciati. Per non parlare dell’incertezza che caratterizza lo scenario economico e geopolitico. Fattori che rendono le rate di un mutuo ancora più difficili da sostenere per numerose famiglie.
Per rispondere all’interrogativo iniziale occorre partire dai dati. Il mattone nel 2022 ha dato prova non solo di resilienza ma anche di una grande capacità di ripresa: 780.000 compravendite testimoniano lo sprint che l’immobiliare ha messo a segno nell’anno appena chiuso.
Ma il 2023 – che forse sarà ricordato per la risalita dei listini azionari (che nel primo semestre hanno garantito ritorni a doppia cifra) non è nato sotto la stella migliore per il settore che probabilmente vedrà un rallentamento. Un player indipendente come Scenari Immobiliari stima una flessione del 7% circa a 726.000 transazioni mentre Nomisma vede addirittura un -14,6% a 670.000.
D’altronde dopo l’exploit post pandemico, il mercato immobiliare italiano deve fare i conti con uno scenario nuovamente avverso. Il protrarsi della guerra, da una parte, e la severità delle misure di politica monetaria decise dalla Bce, dall’altra, concorrono – avverte Nomisma - a delineare un quadro tutt’altro che favorevole, che conferma i timori affiorati a fine 2022.
In questo scenario ci si attende un assestamento, che alcuni esperti ritengono necessario, soprattutto sul fronte dei prezzi, che a livello nazionale sono saliti del 3,1%.
“Il 2022 è stato sicuramente un anno che ha dimostrato una notevole capacità di ripresa del settore immobiliare, spinta che attualmente sta vedendo un rallentamento dato dal contesto macroeconomico in cui inflazione e tassi aumentati impongono comportamenti più cauti e in cui è già chiara una riduzione delle compravendite residenziali del 10% rispetto all’anno precedente”, commenta Maria Ameli, Head of corporate, real estate & art advisory di Banca Generali.