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Quanto proseguirà il rally dell’S&P 500?
Quanto proseguirà il rally dell’S&P 500?
27 novembre 2023#WeeklyWatch

Quanto proseguirà il rally dell’S&P 500?

Il principale listino Usa è salito di quasi il 10% nel corso del mese. Gli esperti di Banca Generali spiegano quali sono le prospettive dell’azionario e dell’obbligazionario nelle diverse geografie

Mercati sull’ottovolante dopo i dati di rallentamento dell’inflazione.

L’euforia degli investitori riguarda le possibili attese di uno stop, forse un po’ troppo anticipato, della politica di tassi di interesse elevati. Per questo il mercato azionario ha corso tantissimo nell’ultimo mese. L’America – e in particolare il suo principale listino, l’S&P 500, - ha registrato la più veloce uscita o “correzione”, che in gergo di analisi tecnica significa risalita di almeno il 10%, da lungo corso.

E i rendimenti dei bond sono scesi dai massimi di ottobre con il treasury che aveva toccato il picco da 17 anni sopra il 5%.

Ripresa economica e crescita del mercato azionario

Oggi il principale indice azionario statunitense – che segue l'andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione - sembra ben posizionato per continuare il rally di novembre e riconquistare i massimi del 2023. Quest’ultimo, come detto, è schizzato di quasi il 10% nel corso del mese anche grazie alla pubblicazione degli ultimi dati macroeconomici che potrebbero indurre le banche centrali ad avere politiche economiche più accomodanti rispetto a quelle degli ultimi mesi.

Rispetto a inizio 2023, in cui gli analisti non escludevano una recessione nel corso dell’anno, oggi le attese sono cambiate. Le stime di crescita del Pil, che prevedevano negli Stati Uniti una crescita annua dello 0,3% (dati Bloomberg che raccolgono il consenso degli analisti) sono sensibilmente salite arrivando attualmente a stimare un aumento del +2,3% circa”, illustra Corrado Cominotto, Responsabile Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali.

Anche sull’area Euro è prevista una crescita stabile vicina allo 0,5% (sempre secondo il consenso Bloomberg) sia per quest’anno che per il prossimo. Per quanto riguarda le valutazioni, dopo i rialzi dei mercati azionari globali avvenuti durante il 2023, vale la pena fare una distinzione tra Stati Uniti ed Europa.

Le prospettive del mercato obbligazionario

Negli Stati Uniti, infatti, i multipli rimangono a livelli sostenuti con il rapporto prezzo / utili dell’SP500 per il prossimo anno a 19x, ovvero gli analisti trattano i titoli americani 19 volte le aspettative di utili medi 2023. Tale valutazione è impattata dai multipli particolarmente elevati di alcuni titoli del comparto tech, protagonisti di una forte crescita nel corso di quest’anno”, prosegue Cominotto.

L’Europa, invece, rimane più conveniente rispetto agli Stati Uniti, con valutazioni intorno a 12x. Più in dettaglio – secondo l’esperto - l’Italia risulta avere valutazioni particolarmente attraenti, con un P/E ratio di circa 8x.  Questi valori, uniti al fatto che le attese sulla crescita degli utili a livello globale per il prossimo anno risultano mediamente superiore al 5% ci inducono a non identificare particolari criticità riguardo gli attuali multipli.

Per analizzare le prospettive del mercato obbligazionario è necessario fare un passo indietro e avanzare una riflessione sui tassi. Gli ultimi dati sui prezzi al consumo in Europa sono stati piuttosto confortanti: a ottobre il Cpi è uscito sotto le attese, al 2,9%. E l’economia europea sta mostrando dei segnali di difficoltà. “Per questi motivi gli investitori sono sempre più convinti che il picco sui tassi sia stato raggiunto e che, nel corso del prossimo anno, vedremo i primi tagli”, spiega Paolo Baldessari, Head of Fixed Income & Alternative Investments di Banca Generali. “Le curve dei money market scontano ben quattro ribassi da 0,25%, concentrati nella seconda parte del 2024. Alcuni analisti si spingono a ipotizzare che la Bce potrebbe muoversi addirittura in anticipo, tagliando i tassi prima della Fed, un evento mai successo nella storia della banca centrale europea”.

Di questo contesto particolarmente positivo sui tassi europei, i principali beneficiari sono stati i titoli di Stato italiani, che hanno incassato anche un’inattesa promozione da parte di Moody’s. Dopo S&P e Fitch, che a novembre hanno confermato il rating a BBB, Moody’s ha cambiato le prospettive sul nostro debito da negative a stabili, allontanando il rischio di un ribasso a livello speculativo.  “Ciliegina sulla torta per gli investitori nei Btp, il Tesoro italiano ha annunciato di aver cancellato diverse aste nel mese di novembre e di dicembre, grazie al buon andamento delle entrate e al successo nei collocamenti delle obbligazioni retail”, prosegue il manager. “Il calendario delle aste per il 2024 sarà invece impegnativo: con un 10% dello stock di debito in scadenza nei prossimi 12 mesi, gli analisti stimano che i volumi netti di nuove emissioni si collocheranno attorno ai 100 mld €. La scadenza media del debito italiano è comunque tra le più lunghe tra quelle europee (> 8 anni) e la cedola media pagata sull’intero stock di Btp, oggi pari al 2,8%, è di poco sopra il minimo storico toccato nel 2022 (2,5%)”, conclude l’esperto.

Alla luce di questa volatilità il consiglio è quello di diffidare dalla tentazione del fai da te e di affidarsi all’esperienza e alle competenze di professionisti esperti. Il rischio concentrazione e inversione di tendenza dei mercati con queste variabili geopolitiche è sempre dietro l’angolo e la regola d’oro rimane quella della diversificazione consapevole che insieme a un consulente esperto rappresenta una buona bussola per orientarsi in queste condizioni di mercato complesse.

Corrado Cominotto, Responsabile Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali Corrado Cominotto, Responsabile Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali
Rispetto a inizio 2023, in cui gli analisti non escludevano una recessione nel corso dell’anno, oggi le attese sono cambiate. Le stime di crescita del Pil, che prevedevano negli Stati Uniti una crescita annua dello 0,3% sono sensibilmente salite arrivando attualmente a stimare un aumento del +2,3% circa
Paolo Baldessari, Head of Fixed Income & Alternative Investments di Banca Generali Paolo Baldessari, Head of Fixed Income & Alternative Investments di Banca Generali
Per questi motivi gli investitori sono sempre più convinti che il picco sui tassi sia stato raggiunto e che, nel corso del prossimo anno, vedremo i primi tagli. Le curve dei money market scontano ben quattro ribassi da 0,25%, concentrati nella seconda parte del 2024. Alcuni analisti si spingono a ipotizzare che la Bce potrebbe muoversi addirittura in anticipo, tagliando i tassi prima della Fed, un evento mai successo nella storia della banca centrale europea.

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