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Trimestrali tra luci e ombre, come orientarsi
Trimestrali tra luci e ombre, come orientarsi
07 febbraio 2024#WeeklyWatch

Trimestrali tra luci e ombre, come orientarsi

La stagione dei bilanci societari ha rivelato uno scenario sfaccettato tra aree geografiche e settori e riservato alcune sorprese, come il primo dividendo di Meta. Uno scenario in cui la gestione attiva può permettere di cogliere in maniera efficiente le varie opportunità di mercato.

I mercati sono ormai nel cuore della stagione delle trimestrali su entrambe le sponde dell’Atlantico e ne è emerso uno scenario fatto tanto di luci quanto di ombre. Il quadro è infatti quello di una lieve discesa degli utili su base annua, alla luce del rallentamento in corso in un anno caratterizzato dalla stretta monetaria dalla FED, ma con forti differenze tra i diversi settori e aree geografiche. Una dispersione dei risultati che crea sia sfide che opportunità ai risparmiatori e agli investitori che vogliono puntare sul mercato azionario.

La reporting season negli Stati Uniti

Una debole dinamica dei profitti societari non era inattesa a Wall Street, dato che gli effetti dal rialzo dei tassi dalla Banca Centrale americana continuano a farsi sentire nei bilanci delle imprese statunitensi. “Oltre un terzo delle società statunitensi ha già riportato i risultati trimestrali relativi allo scorso anno. Già gli indici PMI, in discesa per tutto il 2023, facevano presagire un rallentamento nella crescita degli utili, che si è infatti verificato, con una crescita media anno su anno pari al -1 finora”, spiega Corrado Cominotto, Responsabile delle Gestioni patrimoniali attive di Banca Generali.

Questo -1% è però il prodotto di un risultato assai diverso dei diversi settori che compongono l’indice S&P 500. Le banche e gli altri titoli del comparto finanziario Usa, che, come da tradizione, sono tra i primi a riferire i risultati al mercato, avevano infatti deluso nelle prime settimane della ‘reporting season’ di Wall Street. Il calo degli utili del settore finanziario Usa, al 19 gennaio, era arrivato ad attestarsi a -19,2% su base annua, in base ai dati FactSet. JP Morgan Chase ha registrato un utile in calo soprattutto a causa di una posta straordinaria da 2,9 miliardi di dollari legata al salvataggio di alcune banche regionali lo scorso anno. Citigroup ha riportato una perdita trimestrale di 1,8 miliardi di dollari, annunciando anche che taglierà il 10% della sua forza lavoro, mentre l’utile netto Bank of America è sceso di oltre il 50% rispetto a un anno fa.

Non sono stati gli unici: “i settori che si sono mostrati più deboli sono quello farmaceutico, quello delle materie prime e quello dei consumi durevoli”, rimarca Cominotto.

Big Tech e il caso Meta

A brillare è stato invece il comparto che più aveva sofferto l’annus horribilis del 2022 e ha guidato il rally del 2023: Big Tech. Le grandi società tecnologiche Usa hanno riportato risultati sensibilmente superiori alle attese e tra loro si è distinta Meta, la ‘società madre’ di Facebook, Instagram e WhatsApp, che in questo quadro ha sorpreso particolarmente, il cui titolo venerdì scorso ha guadagnato oltre il 20% in seguito all’annuncio di uno stock buyback da 50 miliardi di dollari, e all’introduzione di un dividendo trimestrale, il primo nella sua storia, pari a 50 centesimi ad azione.

Meta, insieme a Tesla, Alphabet, Amazon, Apple, Microsoft e Nvidia, fa parte del gruppo delle ‘Magnifiche 7’, società tecnologiche che sono tra le aziende a più elevata capitalizzazione al mondo, ma che per la natura del loro business in passato hanno privilegiato crescita e investimenti rispetto alla remunerazione degli azionasti. Con Meta, passano a tre le società dei ‘Magnifici Sette’ che pagano dividendi. Anche Apple e Microsoft distribuiscono, infatti, cedole trimestrali ai propri azionisti e Meta è la più ‘giovane’ delle tre, avendo compiuto 20 anni lo scorso mese.

La decisione di Meta ha avviato le speculazioni sulla possibilità che anche altre società tech possano fare lo stesso passo. “È difficile, oggi, prevedere se anche altre società tech decideranno di seguire l’esempio di Meta e annunceranno dividendi in futuro. Secondo alcune stime per il 2024, Alphabet e Amazon sarebbero in grado di distribuire dividendi pari al 20-25% dei loro free cash flows, mentre tipicamente questo livello per le società che fanno parte dell’S&P 500 si aggira intorno al 50-60%”, sottolinea Cominotto.

L’Europa e le banche

I profitti trimestrali non hanno entusiasmato neppure in Europa, registrando finora un -4% su base annua. Nel Vecchio Continente, ad oggi ha riportato circa il 20% delle 600 società che compongono l’indice generalista. Anche sulla nostra sponda dell’Atlantico il panorama varia tra i settori. In particolare, al contrario del trend discendente in America, il settore bancario italiano continua a registrare ritorni positivi grazie ai ricchi depositi e all’abbondante contributo dal margine di interesse che ne deriva.

Prima della classe per dimensione dei profitti è Unicredit, il cui titolo è arrivato a registrare un guadagno in doppia cifra dopo aver riportato risultati per il quarto trimestre sensibilmente sopra le attese degli analisti, e poi a stretta distanza Intesa Sanpaolo, che ha superato le attese del mercato con un utile record a 7,7 miliardi di euro, in crescita annua del 76,4%.

Il ruolo della politica monetaria

A condizionare le prospettive dei mercati azionari non sono però solo le trimestrali, ma anche le attese sulle mosse della politica monetaria. “Riguardo l’atteggiamento delle banche centrali vale la pena sottolineare che per la prima volta alcuni analisti ipotizzano che la BCE possa essere più veloce della FED nell’intervenire tagliando i tassi d’interesse. Questo perché negli Stati Uniti i dati sull’occupazione rimangono particolarmente solidi. A titolo d’esempio, il tasso di disoccupazione relativo al mese di gennaio è risultato più basso rispetto alle attese”, avverte Cominotto.

Come cogliere le migliori opportunità in un contesto così sfaccettato? Per CominottoC’è grande volatilità e lo scenario incerto sui fondamentali economici rendono difficile un approccio fai da te nella selezione dei singoli temi. Il consiglio è quello di farsi accompagnare da professionisti negli investimenti, continuando a guardare alle competenze dei gestori che possono intervenire per tempo in presenza di scostamenti repentini del mercato. Per questo appare evidente come una gestione attiva, capace di cogliere in maniera efficiente le varie opportunità di mercato che si presentano su vari livelli, sia settoriali, sia geografici, rappresenta un valido strumento per valorizzare al meglio i portafogli. Rimangono infatti notevoli divergenze di performance all’interno delle stesse asset class, come ad esempio negli Stati Uniti, dove il Nasdaq guadagna il doppio rispetto all’indice generalista S&P500 su un orizzonte ad un anno, o in Europa. dove le banche italiane da inizio anno sovraperformano quelle europee di oltre 10 punti percentuali”.

Corrado Cominotto, Responsabile gestioni patrimoniali attive di Banca Generali Corrado Cominotto, Responsabile gestioni patrimoniali attive di Banca Generali
Oltre un terzo delle società statunitensi ha già riportato i risultati trimestrali relativi allo scorso anno. Già gli indici PMI, in discesa per tutto il 2023, facevano presagire un rallentamento nella crescita degli utili, che si è infatti verificato, con una crescita media anno su anno pari al -1 finora.

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