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Tasso fisso o tasso variabile? L’aumento dei mutui
Tasso fisso o tasso variabile? L’aumento dei mutui
06 febbraio 2023#WeeklyWatch

Tasso fisso o tasso variabile? L’aumento dei mutui

Rincaro dei mutui e nuovi rialzi dalla Bce: come si evolverà il mercato immobiliare?

Fino a 197 euro al mese. È la maggior spesa che deve affrontare chi ha un mutuo casa sulle spalle, dopo i ripetuti rialzi dei tassi di interesse decisi dalla Banca centrale europea (Bce) nel corso del 2022. L’ultimo è stato proprio di recente, giovedì 2 febbraio, quando la  Bce ha deciso un rialzo dello 0,5%,  portando il costo del denaro nell’area euro al 3%, il livello più elevato dall’autunno del 2008. Christine Lagarde, presidente della Bce ha inoltre detto che a marzo ci sarà probabilmente un altro incremento dei tassi di mezzo punto.

Ecco allora che, per chi ha un mutuo casa sulle spalle, non sono arrivate buone notizie.  I calcoli sono stati effettuati dall’ufficio studi di Facile.it, noto portale di comparazione online, che permette di confrontare su internet le offerte di finanziamento delle maggiori banche italiane ed evidenziano che la somma da sborsare ogni mese per chi ha aperto un mutuo costa oggi il 43% in più.

Con i tassi d’interesse in salita farsi prestare i soldi dalle banche per comprar casa comporta quindi un sacrificio ingente rispetto al passato. Il rincaro dei mutui ha un inevitabile effetto anche sul settore immobiliare: con meno risorse disponibili tra gli acquirenti (o aspiranti tali), anche il mercato del mattone sta tirando un po’ il freno. Il numero di compravendite sta infatti diminuendo e nel 2023, secondo le stime dell’ufficio studi di Tecnocasa, dovrebbe contrarsi in media tra l’8 e il 10%. Contemporaneamente, però, i prezzi dovrebbero mostrare una certa resistenza mantenendosi, sempre secondo Tecnocasa, in territorio positivo con un rialzo su base annua tra l’1 e il 3%.

Sia i mutui che le abitazioni, dunque, nel 2023 costeranno di più rispetto al biennio 2021-2022. Ciò non significa, ovviamente, che le famiglie italiane debbano necessariamente tirare i remi in banca e rinunciare all’acquisto di un’abitazione. Anche perché in certe grandi città come Milano gli affitti restano ancora salatissimi e la rata del mutuo necessaria a comprare un determinato immobile, benché più cara di prima, è pur sempre in linea o più bassa del canone di locazione richiesto per una abitazione di eguale superficie. Tanto vale dunque fare un investimento e decidersi all’acquisto, dunque, se si hanno redditi sufficienti e una somma da anticipare per poi chiedere il mutuo.

Come scegliere il finanziamento giusto?

Un alleato è senza dubbio la rete di internet dove ci sono i comparatori online come Mutui.it, MutuiOnline, Facile.it o Segugio.it, che consentono di confrontare velocemente le offerte di prestito immobiliare delle maggiori banche italiane. Non va dimenticato, però, che i mutui a tasso variabile hanno una rata che segue nel tempo l’andamento del costo del denaro. Se quest’ultimo aumenta, anche la rata del finanziamento diventa più salata.

Ecco allora che, con la prospettiva di ulteriori aumenti del costo del denaro, appaiono oggi molto competitivi i mutui a tasso fisso. Si tratta di finanziamenti in cui la quota di interessi da pagare e la rata sono predeterminati rimangono costanti nel tempo, anche se il costo del denaro stabilito dalla Bce dovesse impennarsi. Come migliori mutui a tasso fisso (sempre con scadenza a 25 anni e importo di 200mila euro), i comparatori online segnalano oggi come prodotti migliori alcuni finanziamenti con una rata compresa tra 1.000 e 1.050 euro al mese. Pagando qualche decina di euro rispetto al tasso variabile, dunque, con i mutui a interessi fissi si ha la certezza di dormire sonni tranquilli, senza veder lievitare la rata per tutta la durata del piano di rimborso.

Le misure messe in atto dal Governo spiegate dal nostro Team Real Estate

Il nostro Governo ha attivato diverse misure per aiutare le famiglie in difficoltà con il pagamento del mutuo. Da quest’anno è diventato un diritto ottenere il cambio dal tasso variabile al tasso fisso e viceversa, senza necessità di cambiare banca. Questo importante strumento si aggiunge alla più tradizionale surroga che nell’ultimo trimestre del 2022 ha avuto un boom di richieste (oltre il 30% di surroghe sul totale dei mutui accesi a novembre, rispetto al 20% di ottobre). Il Governo ha inoltre prorogato per tutto il 2023 la possibilità di ottenere la sospensione del pagamento delle rate per coloro che hanno perso il lavoro e per altre categorie di mutuatari con evidenti problemi ostativi ad onorare i propri debiti: il tempo massimo consentito di sospensione del pagamento delle rate è di 18 mesi complessivi, usufruibile anche in più periodi. Questi interventi governativi sono certamente finalizzati ad aiutare le famiglie, ma più in generale ad attenuare il rischio di aumentare le masse dei crediti inesigibili per l’intero sistema. L’Ufficio Studi di Banca Ifis per il biennio 2023-2024 ha infatti stimato 64 mld € di nuovo credito deteriorato riferito alle famiglie e alle imprese, con un picco nel 2023 di 39 mld €, numeri che non si vedevano dal 2015 (42 mld €) e superiore a tutto il credito deteriorato generato nel quadriennio 2019-2022 (59 mld €), periodo fortemente condizionato dalla crisi pandemica e dallo scoppio della guerra russo ucraina”.

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