A pagare lo scotto di queste turbolenze sono state alcune categorie di obbligazioni e in particolare i bond subordinati emessi dalle banche e classificati come AT1 (che nella ristrutturazione di Credit Suisse hanno visto il loro valore azzerato e sono stati dunque penalizzati ancor più delle azioni)
“Nonostante questa vicende, va sottolineato che l’asset class obbligazionaria, sia a livello di titoli governativi che di corporate Investment Grade e High Yield, ha avuto ritorni assoluti positivi dall’inizio dell’anno”, aggiunge Cominotto, “a dimostrazione di come il rendimento offerto nel mondo obbligazionario sia ora in grado di sopperire ad eventuali periodi di stress presenti sui mercati”.
Grazie alla performance positiva delle obbligazioni, sono diminuiti i rendimenti incassati oggi da chi acquista i titoli sul mercato: quello del Bund del decennale tedesco è calato dal 2.6% di inizio anno al 2.3% di fine marzo mentre quello del Treasury americano nello stesso periodo è sceso dal 3,9% al 3,5. Stabile invece lo spread sui titoli di stati italiani con il decennale ormai stabile da qualche settimana a circa 180 punti base.
“Nel corso delle prossime settimane”, conclude Cominotto, “andrà monitorato il comportamento che terranno le banche centrali, ormai vicine a raggiungere il picco nel rialzo dei tassi di interesse sulle quali l’attesa è per un atteggiamento più “dovish” (cioè meno restrittivo nel rialzo dei tassi) rispetto ai mesi scorsi”.