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AI, investimenti da capogiro. Sono sostenibili?
04 novembre 2025#WeeklyWatch

AI, investimenti da capogiro. Sono sostenibili?

Wall Street corre e macina record, grazie al rally del settore tech alimentato dalla prospettiva della rivoluzione AI. Ma l’Intelligenza Artificiale richiede una montagna di investimenti e crescono i dubbi sulla sostenibilità di queste spese.

Nelle ultime settimane e mesi, Wall Street sembra una macchina in grado di sfornare massimi storici in modo pressocché inarrestabile. A trascinare questa corsa fino ad ora a perdifiato è soprattutto il settore tecnologico, grazie al catalizzatore della rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale e ai grandi profitti societari che questo trend promette agli investitori. In particolare, le Magnifiche 7 (NVIDIA, Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon, Meta e Tesla), aggiornano i record storici di capitalizzazione e non sembrano volersi fermare. La rivoluzione AI di questi giganti, tuttavia, non è gratis. Per abilitare le varie AI servono massicci investimenti in infrastrutture tecnologiche come grandi data center.

Proprio la capacità di questi investimenti di ripagarsi in futuro in termini di utili è uno dei punti che sta alimentando i timori di alcuni investitori, che crescono di pari passo con i record delle Borse. I punti interrogativi sulla profittabilità futura di Big Tech, insieme ai multipli elevatissimi soprattutto sul settore tecnologico e all'eccessiva concentrazione dell'indice S&P 500 sul settore tech, stanno spingendo molti osservatori a predicare prudenza. Il più famoso investitore al mondo, Warren Buffett, si mantiene liquido (382 miliardi di dollari le riserve di cash di Berkshire Hathaway) e segnala in modo più o meno chiaro di attendersi una correzione del mercato nei prossimi mesi. Ma sono giustificati questi timori sulla montagna di investimenti che spinge il rally del settore tech?

Investimenti da capogiro

L’elevata crescita della spesa in conto capitale da parte delle Magnificent Seven evidenzia l’intensificarsi degli investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale”, spiega Corrado Cominotto, Responsabile delle Gestioni patrimoniali attive di Banca Generali.

Tale spesa è stata stimata in oltre 400 miliardi di dollari negli ultimi dodici mesi ed è trainata in larga misura dai principali hyperscaler, i fornitori di servizi cloud che gestiscono infrastrutture informatiche su scala massiva, come Amazon Web Services (AWS), Google Cloud Platform (GCP) e Microsoft Azure.

In particolare, prosegue Cominotto, “Alphabet, Microsoft e Meta hanno speso complessivamente circa 78 miliardi di dollari in investimenti solo lo scorso trimestre, con un aumento dell'89% rispetto alla spesa dell'anno precedente, destinando la maggior parte di tale somma alla costruzione di data center”, cuore dell’infrastruttura su cui si basa l’Intelligenza Artificiale.

Una spesa sostenibile?

Lo scetticismo di molti investitori si basa sulla sostenibilità di investimenti a questo ritmo così intenso e molti osservatori fanno il parallelo con il boom di investimenti nella struttura di telecomunicazioni che seguì la bolla delle società di Internet negli anni ‘2000. A differenza di allora, però, viene fatto notare, questa spesa in conto capitale non sta venendo finanziaria con il ricorso al debito e alla leva finanziaria, ma con la cassa.

Un parametro chiave da monitorare per valutare la sostenibilità della spesa per l'AI è il flusso di cassa. Finora, gli ingenti investimenti nell'AI sono stati alimentati dai flussi di cassa dei giganti tecnologici e, nonostante ciò, quest’ultimi hanno ancora oltre 1.000 miliardi di dollari di liquidità aggregata”, continua il gestore di Banca Generali.

La cassaforte di Big Tech resta quindi piena e in grado di alimentare il capex delle società, almeno nel breve-medio termine.

I profitti sono in arrivo?

Le elevate valutazioni su cui trattano i titoli di Big Tech non si basano però sulla loro capacità di continuare a investire in modo massiccio, ma sulla capacità di questi investimenti di generare profitti futuri.

Per quanto riguarda la profittabilità, pur riconoscendo che tali dati non costituiscono una garanzia per il futuro, è significativo osservare che, tra le Mag 7, Nvidia prevede per il 2025 un Net Income Margin (margine di utile netto) pari al 51%. Ciò implica che, a fronte di un fatturato stimato per 200 miliardi di dollari, l’utile netto ammonterebbe a circa 111 miliardi di dollari. Questo dato risulta particolarmente rilevante se confrontato con la media dell’indice azionario statunitense S&P 500, il cui Net Income Margin si attesta al di sotto del 15% per il 2025”, sottolinea Cominotto.

Allargando lo sguardo, prosegue il gestore, “è opportuno evidenziare come il settore tecnologico statunitense rappresenti attualmente il principale motore della crescita degli utili all’interno del mercato azionario americano. Secondo le stime, mentre la crescita media degli utili per l’intero mercato è prevista intorno al 12,5% per il 2025 e al 13,7% per il 2026, il comparto tecnologico dovrebbe registrare risultati nettamente superiori, con una crescita attesa pari al 25,3% nel 2025 e al 20,3% nel 2026. In particolare, gli investimenti in intelligenza artificiale hanno trainato circa due terzi della crescita degli utili dell’S&P 500 nel terzo trimestre e saranno fondamentali per raggiungere la crescita a doppia cifra degli utili prevista dagli analisti”.

Costruttivi ma con prudenza

Alla luce della solida crescita degli utili attesa per il settore tecnologico e considerando una crescita del PIL statunitense stimata intorno al 2% sia per quest’anno sia per il prossimo (in miglioramento rispetto alle stime precedenti), “il nostro giudizio sull’azionario statunitense rimane complessivamente costruttivo per i prossimi mesi”, prosegue.

Tuttavia, gli alti livelli di valutazioni raggiunti dai mercati e la complessiva incertezza su numerosi fattori esterni, dalla politica commerciale all’equilibrio del debito, passando per le tensioni geopolitiche, devono mantenere investitori e risparmiatori sull’attenti.

Riteniamo opportuno mantenere un certo grado di prudenza, alla luce dei livelli elevati raggiunti dai mercati e di possibili futuri episodi di volatilità. In tale contesto, rimane fondamentale adottare un approccio di investimento progressivo, in particolare sfruttando eventuali correzioni di mercato, e una gestione attiva nella selezione dei titoli al fine di cogliere potenziali opportunità e, al contempo, affrontare in modo efficace le fasi di instabilità”, conclude Cominotto.

Corrado Cominotto, Responsabile delle Gestioni patrimoniali attive di Banca Generali Corrado Cominotto, Responsabile delle Gestioni patrimoniali attive di Banca Generali
"Alphabet, Microsoft e Meta hanno speso complessivamente circa 78 miliardi di dollari in investimenti solo lo scorso trimestre, con un aumento dell'89% rispetto alla spesa dell'anno precedente. Finora, gli ingenti investimenti nell'AI sono stati alimentati dai flussi di cassa dei giganti tecnologici e, nonostante ciò, quest’ultimi hanno ancora oltre 1.000 miliardi di dollari di liquidità aggregata, mentre è opportuno evidenziare come il settore tecnologico statunitense rappresenti attualmente il principale motore della crescita degli utili all’interno del mercato azionario americano"

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