
La previdenza integrativa: come costruire oggi il reddito di domani
La dinamica demografica pone sfide sul futuro del welfare pubblico e rende ancora più importante investire nella pensione integrativa per proteggere oggi il proprio futuro. Ma come funzionano i diversi strumenti di previdenza integrativa? Quali sono i vantaggi e le regole?
La previdenza integrativa è un tema sempre più cruciale per il futuro finanziario delle persone, a causa delle trasformazioni demografiche che stanno mettendo alla prova la sostenibilità dei sistemi pensionistici pubblici su cui si è fatto finora affidamento. La previdenza integrativa, o complementare, si basa su diversi sistemi di versamento volontario e individuale per costruire una pensione che si aggiunga a quella garantita dal welfare pubblico, nel nostro Paese dall’INPS. Si tratta, di fatto, di una forma di risparmio a lungo termine, destinata a integrare l’assegno previdenziale pubblico e a garantire un tenore di vita adeguato al termine della carriera lavorativa.
Perché è necessaria?
Negli ultimi decenni, i sistemi pensionistici pubblici, in Italia e non solo, hanno iniziato a dover fare i contri con fattori demografici come l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione del rapporto tra lavoratori attivi e pensionati, che ne hanno minacciato la sostenibilità. Il welfare pubblico è stato di conseguenza a più riprese riformato per garantirne la sostenibilità, con un progressivo abbassamento del cosiddetto “tasso di sostituzione”, ovvero la percentuale della retribuzione percepita in attività che sarà corrisposta come pensione. Un trend che rende sempre più difficile mantenere, una volta in pensione, lo stesso tenore di vita avuto durante la carriera lavorativa. Molte stime parlano di un tasso di sostituzione del reddito pari solo al 46% dell’ultima retribuzione per chi andrà in pensione nel 2045.
In questo scenario, la previdenza integrativa rappresenta uno strumento fondamentale per colmare il gap tra pensione pubblica e ultimo stipendio, tutelando il proprio tenore di vita e patrimonio.
Come funziona?
La previdenza integrativa si basa sull’adesione a forme pensionistiche complementari, che possono essere collettive (fondi pensione negoziali o chiusi) o individuali (fondi pensione aperti o PIP – Piani Individuali Pensionistici).
- Fondi pensione negoziali (chiusi): sono rivolti a lavoratrici e lavoratori di specifiche categorie professionali o imprese e vengono istituiti tramite accordi collettivi tra sindacati e datori di lavoro.
- Fondi pensione aperti: sono gestiti da banche, assicurazioni o società di gestione del risparmio e sono accessibili a tutte le persone, indipendentemente dalla categoria lavorativa.
- Piani Individuali Pensionistici (PIP): sono prodotti assicurativi a cui si può aderire su base individuale, e offrendo maggior flessibilità in termini di scelta nei versamenti e personalizzazione nelle modalità di gestione.
La fase di accumulo
Ognuna di queste formule prevede il versamento su base periodica, sia regolare sia una tantum, di un importo deciso liberamente in base alla propria capacità di risparmio e obiettivi. Anche il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), nel caso dei lavoratori dipendenti, può essere versato mensilmente nel proprio piano o fondo di previdenza complementare.
I contributi versati vengono investiti secondo il profilo di rischio e la strategia scelti dall’aderente: ogni fondo propone infatti diverse linee di investimento (garantita, bilanciata, azionaria, obbligazionaria), ognuna con un determinato grado di rischio e rendimento potenziale.
Grazie alla combinazione di queste caratteristiche personalizzabili, gli strumenti previdenziali sono spesso molto flessibili e personalizzabili in base alle esigenze degli aderenti, in particolare i PIP. Alcuni offrono piani LifeCycle in grado di ridefinire periodicamente, in base all’età e all’anzianità contributiva dell’aderente, le percentuali d’investimento tra le diverse linee d’investimento. Anche l’ammontare della contribuzione può essere modificato in base alle esigenze.
Un elemento particolare a sostegno della previdenza complementare è il trattamento fiscale agevolato di cui gode. Durante la fase di accumulo è infatti possibile dedurre dal reddito complessivo annuo i contributi versati al fondo pensione fino al limite di 5.164,57 euro. Un vantaggio garantito dallo stato, che garantisce nel lungo termine rendimenti superiori rispetto ad altre forme di risparmio progressivo.
Ma lo strumento più potente al servizio della previdenza complementare è il tempo, che combinato con la cultura del risparmio e la “magia” della capitalizzazione composta può restituire nel lungo periodo risultati strabilianti. Negli ultimi 30 anni, un investimento di soli 100 euro al mese si sarebbe trasformato in un capitale a sei cifre. Con una quota superiore non è impossibile arrivare ad accumulare anche un milione di euro se l’investimento viene effettuato regolarmente e con una parte sufficiente destinata all’investimento azionario, che nel lungo periodo ha il miglior track record nella generazione di rendimento.
Anticipi e riscatti
Le forme di previdenza complementare prevedono la possibilità di richiedere anticipazioni e riscatti del capitale accumulato prima della maturazione del diritto alla pensione in determinate circostanze. È il caso dell’acquisto o della ristrutturazione della prima casa, di spese sanitarie gravi o, in misura minore, per altre esigenze personali dopo un certo numero di anni di partecipazione al fondo. Il riscatto, invece, permette di ottenere l’intera posizione maturata in caso di eventi specifici come la perdita dei requisiti di partecipazione, l'invalidità permanente o il decesso dell’aderente, secondo le modalità e i limiti previsti dalla normativa. Tutte opzioni offrono ulteriore flessibilità e sicurezza, adattando lo strumento previdenziale alle diverse necessità della vita.
La prestazione pensionistica e la fase di decumulo
Al raggiungimento dei requisiti di legge per il pensionamento, l’aderente riceverà il frutto dei versamenti effettuati e dei rendimenti accumulati, sotto forma di una rendita periodica (pensione integrativa) e/o, in parte, come capitale.
La flessibilità della fase di decumulo consente di adattare la soluzione alle proprie necessità: alcune forme prevedono opzioni aggiuntive, come la reversibilità della rendita in favore dei familiari o formule per tutelare il potere d’acquisto nel tempo. Inoltre, anche in questa fase continuano a valere alcuni vantaggi fiscali, con aliquote agevolate sulle somme percepite rispetto ad altre forme di liquidazione del risparmio. Scegliere consapevolmente la formula di decumulo consente di pianificare con precisione il proprio futuro finanziario, assicurando serenità durante la pensione.