L’autunno non è un periodo fortunato per i mercati finanziari, e per l’azionario in particolare. La memoria di molti corre subito ai grandi ‘crack’ di Wall Street, avvenuti a ottobre: il crollo del 1929, il Lunedì Nero del 1987 e le peggiori giornate della Crisi Finanziaria del 2008. Ma guardando ai numeri, è settembre il mese statisticamente peggiore dell’anno, almeno per la Borsa statunitense.
“Settembre, a livello statistico, è effettivamente considerato uno dei mesi più difficili per i mercati azionari, in particolare per l’indice americano S&P 500. Dal 1928 al 2024, l’S&P 500 nel mese di settembre ha registrato una performance cumulata peggiore rispetto a quella di tutti gli altri mesi dell’anno”, spiega Andra Mongardini, portfolio manager di Banca Generali.
In media, il calo accusato dall’indice S&P 500 nel corso del mese è di oltre l’1,1%, non lontano dal -1% del Dow Jones. Fa solo leggermente meglio il Nasdaq Composite, che in media cede circa lo 0,9%. E le performance sembrano peggiorare negli ultimi anni. Nell'ultimo decennio, il rendimento medio dell'indice S&P 500 nel mese di settembre è stato vicino al -2%.
“Questo fenomeno è ormai piuttosto celebre e noto come ‘effetto settembre’, e non riguarda solo gli Stati Uniti ma più in generale anche i mercati azionari a livello globale”, spesso condizionati dai trend dell’equity americano, continua Mongardini.