Chi non condivide la cautela della Fed e del suo presidente Powell è Donald Trump. L’inquilino della Casa Bianca ha definito Powell (che lui stesso ha nominato al vertice della Fed nel 2018) come “uno stupido”, sottolineando che a suo avviso “dovremmo avere tassi più bassi di 2,5 punti, pagheremmo molto meno di debito”.
Il tema del debito americano e della sua sostenibilità è molto caldo, ma secondo Baldessari è solo relativamente legato alla politica della Fed.
Il tasso di riferimento della Federal Reserve e in particolare quello “di equilibrio a lungo termine, può influenzare il rendimento dei Treasury Usa, ma quello che si vede nei prezzi è che il tasso decennale sui titoli di Stato americani è un po’ disancorato, con un premio per il rischio più alto rispetto al passato, legato al tema della politica fiscale del governo statunitense. Su questo tema non abbiamo ulteriore visibilità perché la legge di bilancio è ferma in Parlamento”, continua Baldessari.
Nel complesso, “la Fed rimane sotto una pressione politica molto forte”, dice Baldessari, sottolineando come la Casa Bianca stia già cercando un sostituto per Powell, il cui mandato di presidente scade a maggio 2026. Tuttavia, rimarca il gestore di Banca Generali, “tutti gli attuali membri del board resteranno grossomodo stabili; quindi, l’indipendenza della Fed non sembra essere minacciata nel breve termine dalla politica”.