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La mappa dei tassi
La mappa dei tassi
08 giugno 2023#Private Banking

La mappa dei tassi

Per districarsi tra gli effetti della politica monetaria della Bce, il livello ancora elevato di inflazione e altre variabili macroeconomiche non sempre “amiche”, la gestione attiva è uno strumento utile: la diversificazione, l’ottimizzazione dei rendimenti e la gestione dei rischi alcuni dei benefici più rilevanti.

 

Da un lato c’è chi avrebbe usato più prudenza sul rialzo dei tassi con una tendenza più graduale (è il caso per esempio del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco) per accompagnare la politica monetaria con quella di bilancio e dall’altro chi sottoscrive pienamente le mosse e il ritmo dettato da Fed e Bce come unica medicina per riportare l’inflazione a livelli accettabili. Ma da qualunque punto di vista la si guardi è innegabile che i tassi d'interesse giochino un ruolo fondamentale nell'economia europea. Lo è sempre stato ma in questa fase con la crescita dei prezzi così repentina lo diventa ancora di più. Le politiche monetarie delle banche centrali, insieme a una serie di fattori economici globali, hanno plasmato con forza il loro andamento. L'Europa, subito dopo la pandemia di Covid-19, si è trovata in una particolare fase di transizione economica. Da un lato la Bce, al fine di stimolare la ripresa economica ha reiterato troppo a lungo politiche monetarie accomodanti, mantenendo i tassi d'interesse su livelli molto bassi, vicino allo zero, cercando di favorire la spesa e gli investimenti.

Dall’altra parte, il vero game changer, in questo caso con accezione negativa, è stato ed è ancor oggi l'inflazione. Dopo un periodo di inflazione moderata, tutto il mondo ha visto schizzare i prezzi al consumo, per una serie di fattori che vanno dal collo di bottiglia nelle catene produttive, alla guerra, fino agli effetti di politiche fiscali e monetarie appunto troppo espansive per troppo tempo. Le banche centrali, nonostante in un primo momento continuassero a parlare di un evento transitorio, sono intervenute da inizio 2022 alzando velocemente i tassi d'interesse al fine di contenerla ma ciò ha delle conseguenze diretta sull’economia reale (elevato costo di finanziamento) ed indebolimento di fiducia dei consumatori e investitori.

Tutto ciò ha portato ad una situazione che non si vedeva da moltissimi anni sui mercati obbligazionari governativi, ovvero un rialzo repentino e incontrastato dei tassi anche in quei Paesi che fino a quel momento erano considerati Risk free come la Germania”, ha commentato Luca Longhi, Head of Total Return Portfolio di Banca Generali. “Infatti, mentre in Italia o in altri Paesi quali Grecia, Spagna e Portogallo si era abituati a periodi di volatilità anomala quali il 2011, ricordato come l’anno della crisi dei debiti sovrani, sui titoli tedeschi si sono toccate volatilità che non si erano viste nemmeno nella grande crisi del 2008 la quale aveva interessato maggiormente l’asset class azionario e aveva spinto gli investitori a rifugiarsi sui titoli governativi”.

Per esempio, se andiamo ad osservare un titolo tedesco a scadenza 10 anni dal 2020 ad oggi vedremo che, nonostante un range temporale così ristretto, si è toccato un minimo di rendimento del -0,86 (2 marzo 2020) fino ad un massimo del 2,74 registrato meno di 3 mesi fa. In Italia si sono raggiunti scostamenti tra minimi e massimi di quasi 4,5%.

La dispersione di performance tra i titoli sovrani europei dal 2022 ad oggi è stata influenzata da una serie di fattori, tra cui le condizioni economiche, le politiche monetarie, i profili di rischio dei Paesi e le dinamiche geopolitiche. Questa dispersione ha creato delle sfide per gli investitori ma anche delle opportunità. Alla luce di questo nuovo contesto, al fine di affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dai mercati obbligazionari, è necessario agire attivamente sul portafoglio.

I benefici di una gestione attiva sono molteplici ma, dovendone evidenziare i principali, la diversificazione, l’ottimizzazione dei rendimenti e la gestione dei rischi sono i più rilevanti. La gestione attiva consente agli investitori di adattarsi rapidamente ai cambiamenti delle condizioni di mercato e alle fluttuazioni dei rendimenti, cosa particolarmente rilevante in periodi di volatilità o quando si verificano eventi idiosincratici su singoli Paesi, andando a operare, per esempio, sulla duration”, commenta ancora Longhi. “In termini di ottimizzazione, la gestione attiva consente ai risparmiatori di sfruttare le opportunità di diversificazione, poiché, come visto prima, i titoli sovrani di diversi Paesi possono presentare rendimenti e rischi differenziati e ciò consente al gestore di lavorare in termini relative ottimizzando il profilo rischio/rendimento del portafoglio”.

Luca Longhi, Head of Total Return Portfolio di Banca Generali Luca Longhi, Head of Total Return Portfolio di Banca Generali
Tutto ciò ha portato ad una situazione che non si vedeva da moltissimi anni sui mercati obbligazionari governativi, ovvero un rialzo repentino e incontrastato dei tassi anche in quei Paesi che fino a quel momento erano considerati Risk free come la Germania.

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