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Protezione finanziaria: l’investimento assicurativo
Protezione finanziaria: l’investimento assicurativo
29 giugno 2022#WeeklyWatch

Protezione finanziaria: l’investimento assicurativo

Assicurazioni e risparmio gestito. Ecco un binomio che spesso si rivela vincente per i risparmiatori italiani.

Il connubio tra soluzioni assicurative e prodotti finanziari offre infatti la possibilità di coniugare assieme le opportunità di rendimento (cioè la valorizzazione del patrimonio) con la protezione da tutti i rischi (morte, infortuni, malattie o danni materiali) che minacciano il benessere economico di una persona e della sua famiglia.

In Italia i prodotti assicurativi sono molto diffusi e per questo vogliamo provare a vedere insieme tutti i loro pregi e potenzialità.

Polizze assicurative del ramo danni

Per capirlo, bisogna innanzitutto fare una premessa: il settore assicurativo si divide in primis in due grandi rami: Il Ramo Danni e il Ramo Vita.

Fanno parte del ramo Danni tutte le polizze che proteggono da determinati rischi che gravano sull’assicurato, per esempio quello di subire un infortunio, una malattia, un decesso, una calamità naturale, un incendio all’abitazione o un incidente stradale.

Il sottoscrittore della polizza versa una somma in denaro (premio) e la compagnia si impegna a erogare un indennizzo o a prestare assistenza nel caso in cui si verifichi l’evento coperto dall’assicurazione. 

Polizze assicurative del ramo vita

L’altra grande area che compone il mercato assicurativo è il Ramo Vita, che raggruppa tutte le polizze sottoscritte dai risparmiatori con finalità d’investimento, cioè per crearsi un capitale finanziario. L’assicurato versa cioè un premio in denaro che poi viene investito dalla compagnia e si rivaluta nel tempo.

Le polizze Vita più diffuse in Italia sono di due categorie: quelle del Ramo I che investono nelle Gestioni Separate, cioè in particolari gestioni finanziarie create dalle compagnie assicurative, con un patrimonio che è composto da titoli di stato e altre obbligazioni di alta qualità, a basso rischio.

Sempre nel ramo Vita, un’altra categoria di prodotti molto diffusi è rappresentata dalle polizze Unit Linked (o polizze del Ramo III) che investono il capitale dell’assicurato in un paniere di fondi comuni, che possono essere di vario tipo, per esempio monetari, obbligazionari oppure azionari (per chi cerca maggiori opportunità di rendimento nel medio e lungo periodo).

Negli ultimi anni, si sono diffuse inoltre le polizze multiramo che combinano le opportunità di rendimento offerte dalle Unit linked con la protezione del capitale garantita invece dalle Gestioni Separate.

BG OLTRE

Fa parte della categoria delle polizze multiramo anche BG OLTRE, che investe il denaro degli assicurati in 3 fondi interni tematici: PEOPLE, PLANET e DIGITAL TRANSFORMATION, i quali hanno un focus su temi sociali, ambientali e una visione che valorizza le dinamiche della trasformazione digitale e l’impatto delle nuove tecnologie su una società in rapida evoluzione e di lungo periodo.

Chi sottoscrive la polizza può  diversificare l’investimento con una allocazione personalizzata sui diversi fondi e destinare  una quota predefinita, pari al 10% del premio versato, alla gestione separata.

I fondi interni hanno composizione variabile nel tempo con l’obiettivo di un tempestivo controllo del rischio mentre Banca Generali affianca il gestore con un servizio mirato di advisory.

Il Vice Direttore Generale Andrea Ragaini ci parla della polizza multiramo BG Oltre

Polizze assicurative: perché servono al passaggio generazionale?

Il controllo del rischio è dunque un elemento importante negli investimenti assicurativi.

Nel nostro paese le polizze sono indubbiamente diffuse però ci sono alcune categorie di prodotti che non vengono apprezzati come meriterebbero. Non è il caso delle polizze del ramo Vita che nel 2021 hanno raccolto in Italia circa 111 miliardi di euro (Dati Ivass) con una crescita del 5,9% rispetto all’anno passato, confermandosi prodotti finanziari molto amati dai risparmiatori.

Molto meno consistenti sono stati invece i premi destinati dagli italiani nel 2021 al ramo Danni, pari a 39 miliardi di euro (+2,9% su base annua). Se si escludono però le polizze Rc Auto (obbligatorie per legge per gli automobilisti), il dato della raccolta Danni scende a 23 miliardi di euro.

Si tratta di un valore ampiamente inferiore al 2% del Pil, contro il 3-5% che si registra nei maggiori paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti dove si arriva addirittura al 7%.

Eppure, la protezione dal rischio garantita dalle polizze ha una funzione importantissima anche nel proteggere il patrimonio e la ricchezza finanziaria. Si pensi per esempio all’importante funzione di una polizza contro il rischio morte, che assicura un capitale (anche consistente) ai figli ed eredi dell’assicurato in caso di decesso prematuro, che può comportare una pesantissima perdita di reddito per la famiglia.

Stesso discorso per una polizza contro gli infortuni e le malattie o contro gli incendi e gli scoppi, che proteggono di solito una delle componenti maggiori del patrimonio della famiglia, cioè l’immobile di proprietà. Nel caso delle polizze del Ramo Vita, invece, c’è un altro elemento importante da sottolineare. Il capitale accumulato con le polizze di questo tipo gode di alcuni vantaggi fiscali e normativi.

Il capitale maturato è infatti per legge impignorabile e insequestrabile da eventuali creditori ed è esente pure dall’imposta di successione. Per questo le polizze Vita sono particolarmente adatte a gestire il passaggio generazionale della ricchezza, cioè il trasferimento del patrimonio tra una generazione e l’altra della famiglia, dai genitori ai figli fino ai nipoti. Senza dimenticare, infine, che le polizze Vita consentono anche di indicare eventuali beneficiari al di fuori degli eredi legittimi, permettendo così una certa flessibilità nelle pratiche di successione.

Perché gli italiani non si assicurano come dovrebbero?

Patrizia Contaldo, docente all’Università Bocconi ed head of Observatory on Insurance Market, spiega chiaramente perché gli italiani sono un popolo “sotto-assicurato”. “Alla base di questo gap con molti altri paesi stranieri”, dice, “c’è un mix di fattori di natura principalmente culturale”. Innanzitutto, sottolinea Contaldo, non va dimenticato che i consumatori del nostro Paese hanno un rapporto con il mondo assicurativo legato soprattutto alle polizze Rc Auto, che sono obbligatorie per legge.

Il che ha contribuito a diffondere nel nostro Paese a una percezione dell’assicurazione come una “sorta” di imposta da dover versare anche controvoglia, senza percepire realmente l’importanza e il vantaggio di avere una copertura contro determinati rischi.

Inoltre, in un Paese come l’Italia in cui il servizio sanitario nazionale offre una copertura universale e gratuita, la cultura assicurativa si è diffusa indubbiamente in misura minore rispetto a realtà estere come per esempio gli Stati Uniti, dove la popolazione è da sempre abituata a tutelarsi privatamente contro determinati rischi personali, in primis contro la perdita della salute. “Credo però che dopo lo scoppio della pandemia del Covid-19”, dice Contaldo, “si siano manifestati alcuni segnali significativi di cambiamento, accentuatisi poi anche con le recenti tensioni geopolitiche che hanno fatto emergere la necessità di tutelarsi contro gli eventi avversi”.  Per la docente della Bocconi esiste ancora nel nostro Paese un problema di scarsa cultura finanziaria, che si riflette poi anche in un gap di cultura assicurativa rispetto al resto d’Europa.

Le nuove generazioni di millennial, cresciute nell’era digitale, oggi mostrano però indiubbiamente una maggiore sensibilità a questi temi.

BG Oltre: la nostra polizza multiramo orientata alla sostenibilità

Patrizia Contaldo, docente all’Università Bocconi ed head of Observatory on Insurance Market Patrizia Contaldo, docente all’Università Bocconi ed head of Observatory on Insurance Market
Alcuni segnali significativi di cambiamento nel mondo degli investimenti assicurativi si sono accentuati con le recenti tensioni geopolitiche che hanno fatto emergere la necessità di tutelarsi contro gli eventi avversi.

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