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Oro, rally senza fine?
10 settembre 2025#WeeklyWatch

Oro, rally senza fine?

Il metallo giallo macina record grazie ai driver tradizionali come instabilità politica, tassi in calo e incertezza economica e geopolitica. A questi si affiancano nuovi trend come i rinnovati acquisti delle banche centrali, i timori sull’indipendenza della Fed e anche l’interesse del mondo cripto. Così il più storico asset di riserva è entrato in una nuova “età dell’oro”

Sembra non passare giornata senza che le quotazioni dell’oro segnino un nuovo record storico. Dall’inizio dell’anno il metallo giallo, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, hanno messo a segno un rialzo di circa il 38%, con un balzo di quasi il 7% solo nella prima settimana di settembre, superando stabilmente quota 3.600 dollari.

Una tendenza ormai pluriennale, che prosegue quasi ininterrotta dal 2023 e ha portato l’oro a segnare, solo un mese fa, un altro record storico, quello del prezzo ‘inflation-adjusted’, corretto tenendo conto dell’inflazione, superando il picco del gennaio 1980, quando il valore di un’oncia era arrivato all’equivalente odierno di 3.485 dollari. 

Le ragioni

Il rally “affonda le sue radici in fattori molteplici: dall’instabilità geopolitica, con i conflitti in Ucraina e a Gaza, ai timori per l’indipendenza futura della Federal Reserve, passando per la svalutazione del dollaro (con il cambio euro/usd in rialzo da inizio anno del 13,42%) e per le attese di imminenti tagli dei tassi d’interesse”, spiega Luca Longhi, Head of Total Return Portfolio di Banca Generali.

A completare il quadro, aggiunge Longhi, “un ruolo crescente lo giocano gli acquisti delle banche centrali, i dubbi riguardo la sostenibilità del debito pubblico globale, e l’interesse delle aziende legate al mondo cripto, che vedono nell’oro un’alternativa solida in tempi di incertezza”.

Il ruolo della Fed tra indipendenza e tassi

L’indipendenza della Federal Reserve gioca un ruolo chiave nella crescita del prezzo dell’oro. Da fine agosto, quando il presidente degli Stati Uniti ha ipotizzato il licenziamento di Lisa Cook, con l’aumentare dell’incertezza riguardo il futuro della Fed l’oro è passato da circa 3.470 usd/oncia ai valori di oggi. Gli analisti di Goldman Sachs prevedono che, in caso venisse meno l’indipendenza della Federal Reserve, l’oro potrebbe raggiungere i 5.000 usd/oncia.

Un altro elemento chiave è rappresentato dai futuri tagli sui tassi d’interesse. Bloomberg stima che  un taglio dei tassi d’interesse entro fine 2025 sia certo, con una probabilità che questo avvenga prima della fine di ottobre pari al 96,4%. Il taglio dei tassi riduce i rendimenti reali dei titoli di Stato e, quindi, il costo opportunità di detenere oro; questo tende a sostenere la domanda e il prezzo del metallo”, spiega il gestore di Banca Generali.

Non solo Fed

Un ruolo importante è quello giocato, in questo caso attraverso gli acquisti diretti, dalle altre banche centrali, in particolare dei Paesi emergenti. La PBoC cinese, ad esempio, per nove mesi consecutivi ha aumentato la quota delle sue riserve allocate in oro, fino a un valore stimato dalla stessa banca centrale cinese a circa 244 miliardi di dollari.

Inoltre, “la perdita di forza del dollaro americano ha portato le banche centrali a diversificare il proprio portafoglio e spostare i loro investimenti dai Treasury americani e dall’euro verso investimenti in metallo giallo. Il risultato è che proprio nell’ultimo anno l’oro ha superato l’euro come quota nelle riserve internazionali, diventando il secondo asset di riserva più importante dopo il dollaro”, aggiunge Longhi.

Il mondo cripto

Non solo le banche centrali, ma anche il settore delle criptovalute si sta muovendo in questa direzione. Un esempio evidente è Tether, la società dietro lo stablecoin USDT, che ha rafforzato la propria esposizione all’oro sia attraverso l’acquisto diretto di lingotti (le riserve fisiche della stablecoin XAUT ammontano a 7,7 tonnellate d’oro), sia tramite investimenti nel settore minerario. Nel 2025 Tether ha infatti incrementato la sua partecipazione nella canadese Elemental Altus e ha avviato colloqui con operatori minerari e società di raffinazione per espandersi lungo tutta la filiera aurifera.

Questi movimenti confermano come l’oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, stia diventando un pilastro strategico non solo per le banche centrali, ma anche per i grandi player del mondo cripto, rafforzando ulteriormente la sua centralità nello scenario finanziario globale”, sottolinea Longhi.

Il rally dell’oro del 2025, se ne prendono in esame tutti i fattori chiave, “non è soltanto il riflesso di un contesto economico e politico complesso, ma rappresenta un cambio strutturale negli equilibri finanziari globali”, rimarca il gestore di Banca Generali.

Guardando avanti, resta da capire se i prezzi attuali siano il preludio di un nuovo equilibrio stabile oppure soltanto una tappa intermedia verso ulteriori massimi. Per gli investitori, questo scenario evidenzia l’importanza di considerare l’oro e, più in generale, le materie prime come strumento di diversificazione all’interno di portafogli ben bilanciati attraverso l’uso di una gestione attiva e professionale”, conclude Longhi.

Luca Longhi, Head of Total Return Portfolio di Banca Generali Luca Longhi, Head of Total Return Portfolio di Banca Generali
L'oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, stia diventando un pilastro strategico non solo per le banche centrali, ma anche per i grandi player del mondo cripto, rafforzando ulteriormente la sua centralità nello scenario finanziario globale. Il rally dell’oro del 2025, non è soltanto il riflesso di un contesto economico e politico complesso, ma rappresenta un cambio strutturale negli equilibri finanziari globali

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