Una prudenza, quella delle autorità monetarie, che si è fatta sentire sui bond. “Le obbligazioni governative, più sensibili alle aspettative sui tassi di interesse, hanno messo a segno performance negative da inizio anno (-2%)”, commenta l’esperto di Banca Generali.
Altri segmenti del mercato hanno invece fatto decisamente meglio, anche grazie ai fondamentali e a un andamento dell’economia migliore delle attese.
“Performance decisamente migliori invece per le obbligazioni societarie, grazie ai significativi flussi in entrata dopo oltre due anni di deflussi. I fondamentali creditizi delle aziende europee rimangono ancora solidi: i margini mostrano una buona tenuta e le aziende stanno utilizzando attivamente la cassa per ridurre il debito. Non a caso, il termine ‘deleveraging’, cioè riduzione dell’indebitamento, è stato quello più usato dai Direttori Finanziari durante l’ultima stagione delle trimestrali”, prosegue Baldessari.
Tuttavia, molti esperti fanno notare come queste dinamiche abbiano portato l’extra-rendimento offerto dalle obbligazioni societarie rispetto ai bond governativi a ridursi molto negli ultimi mesi, portandosi in alcuni casi sui minimi degli ultimi anni. E la parola ‘bolla’ è comparsa sulla bocca di molti per descrivere questa situazione.
“Per la seconda parte dell’anno, le maggiori soddisfazioni potrebbero quindi arrivare dalle obbligazioni governative, in particolare quelle di migliore qualità, in uno scenario di progressivo calo dei rendimenti. In Europa, le scadenze più interessanti sono quelle comprese tra i 7 e 10 anni: i rendimenti offerti dai titoli in questo segmento di curva forniscono infatti un cuscinetto che può compensare ulteriori risalite dei tassi” se l’inflazione continuasse a rifiutarsi di tornare verso il target delle banche centrali, sottolinea Baldessari.
Le opportunità quindi non mancano, ma occorre utilizzare cautela, perché si trovano in angoli del mercato più nascosti e spesso più rischiosi a cui conviene avvicinarsi attraverso una gestione attiva professionale, per estrarre il maggior valore e al contempo ridurre i rischi di volatilità.
“Ci sono ancora numerose opportunità nel settore dei titoli ad Alto Rendimento, soprattutto tra le nuove emissioni, caratterizzate da prezzi vicini alla pari e cedole elevate (>5%). La scelta di questi titoli, che comporta un rischio creditizio significativo, deve però essere affidata a un investitore professionale, evitando il fai da te”, rimarca Baldessari.
L’esperto di Banca Generali predica “cautela anche per l’investimento nelle obbligazioni emesse da paesi emergenti, il cui extra-rendimento rispetto a quelle dei Paesi sviluppati si è assottigliato in media fino a 260 punti base, sui minimi dal 2017. Ci sono comunque alcune aree molto promettenti, in particolare il mercato obbligazionario domestico indiano, un settore che solo di recente ha cominciato ad aprirsi agli investitori internazionali. A partire da giugno, i titoli governativi indiani saranno inseriti negli indici obbligazionari emergenti di Jp Morgan, quelli più seguiti dai fondi comuni: gli analisti prevedono flussi in entrata per circa 30 miliardi di dollari”.