Alla base della forte performance dell’indice delle materie prime c’è, come detto, il rally ormai di lungo periodo dei metalli preziosi, a cominciare dal più famoso, l’oro. La ormai pluriennale ascesa dell’oro è continuata con un rialzo del 27% da inizio anno, spinta dalla ricerca di sicurezza di fronte alle numerose incertezze geopolitiche, commerciali ed economiche degli ultimi anni. A questo rally “concorrono anche fattori ciclici, come il già citato deprezzamento del dollaro, e strutturali, caratterizzati dall’esigenza da parte delle principali banche centrali del mondo emergente (come Cina e India) di ridurre il peso dei titoli di Stato americani nei loro bilanci, a favore di una riserva di valore, come il metallo giallo. L’oro, infatti, è un asset di riserva ma a differenza del dollaro e dei Treasury non è soggetto a decisioni unilaterali di congelamento delle riserve da parte di stati terzi. come avvenuto nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina”, spiega il gestore di Banca Generali.
Nel panorama dei metalli preziosi il 2025 è stata la riscoperta di altri asset come argento, platino e palladio, i quali si sono accodati al rally constante dell’oro degli ultimi mesi. Da inizio anno, questi metalli hanno messo a segno performance significative, con rialzi compresi tra il 17 ed il 31%.
“A catalizzare l’attenzione degli investitori è stato il ritorno d’interesse per il rapporto relativo tra i prezzi di questi metalli e quello dell’oro, il quale ha toccato livelli estremamente bassi, in alcuni casi ai minimi da decenni. Questo equilibrio storico ha riacceso le strategie di ribilanciamento e ha favorito un’ondata di acquisti, contribuendo al rally congiunto”, spiega Cominotto.