Il governo laburista Starmer, in carica ormai da poco più di un anno, ha promesso di mantenere una politica di bilancio rigorosa e di mantenere in equilibrio i conti pubblici, a costo di aumentare le tasse. Per questo, il fulcro della manovra sarà una stretta in termini di politica fiscale, con un impatto atteso tra 25 e 35 miliardi di sterline.
“Tra le opzioni a disposizione, l’aumento delle imposte sul reddito e il congelamento delle soglie fiscali sono considerati gli strumenti a cui il Governo farà ricorso con maggiore probabilità”, spiega Perrotta. Questa scelta, prosegue l’esperto, “consente di reperire risorse in modo rapido e progressivo, colpendo maggiormente i redditi più alti e riducendo il rischio di effetti collaterali sull’economia reale. Inoltre, l’esecutivo punta ad adottare una linea chiara e coerente per rassicurare i mercati sulla capacità del Paese di affrontare il tema del debito pubblico in modo strutturale e responsabile, evitando misure frammentarie che potrebbero essere lette dagli investitori internazionali come segnale di incertezza o mancanza di visione”.
Altre ipotesi di misure per reperire maggiori risorse, come l’aumento dell’IVA o delle tasse sugli utili delle imprese presentano infatti criticità più evidenti. “L’IVA rischierebbe di alimentare l’inflazione in una fase già delicata, mentre un incremento della tassazione sulle aziende potrebbe penalizzare la competitività e la crescita”, sottolinea l’esperto di Banca Generali.
Le stime degli analisti indicano che questa stretta potrebbe pesare sul PIL per circa lo 0,25-0,4% nel periodo di massimo impatto (2026-2028), ma la prevista riduzione dei tassi d’interesse da parte della Bank of England dovrebbe attenuare il contraccolpo, favorendo una crescita che, secondo le proiezioni, potrebbe attestarsi all’1,4% nel 2026 e all’1,9% nel 2027.