Nella scorsa primavera, una combinazione di grande volatilità sui mercati più ampi, innescata dal Liberation Day dell’amministrazione Trump e dalle dichiarazioni altalenanti sui cripto-asset rilasciate proprio dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva portato a una forte correzione dei prezzi dei cripto-asset.
Oggi una spiegazione è meno evidente. I mercati sono nervosi da inizio novembre, ma il trend non è negativo come ad aprile-maggio. “L’avversione al rischio gioca un ruolo, ma non basta a spiegare la correzione in atto”, spiega Miccoli.
Alcuni osservatori hanno puntato il dito sul caso Strategy Inc., la società di software e data analysis in precedenza nota come MicroStrategy che negli anni ha investito massicciamente la propria liquidità in Bitcoin, diventando sostanzialmente una proxy della principale criptovaluta al mondo.
Proprio questa massiccia esposizione a Bitcoin “ha portato alcuni a ipotizzare un’esclusione della società dagli indici benchmark come il Nasdaq 100, l’MSCI USA e l’MSCI World. Questo potrebbe mettere sotto pressione Strategy Inc. e costringerla a liquidare parte dei propri Bitcoin e così si è creata un’aspettativa al ribasso sul mercato. Anche questo fattore non sembra però sufficiente da solo a spiegare la correzione dei prezzi”, aggiunge Miccoli.
Un’altra possibile spiegazione è quella legata ai cicli quadriennali di ‘halving’, o dimezzamento, nella creazione di nuovi Bitcoin. Approssimativamente ogni quattro anni, la ricompensa per il ‘mining’, ovvero l’estrazione di nuovi Bitcoin, viene dimezzata. Questo significa che la ricompensa elargita ai contributori che proteggono la rete si riduce del 50%, incidendo direttamente sulla velocità con cui nuovi Bitcoin vengono immessi in circolazione.
“Storicamente questo ciclo vede un aumento dei prezzi nell’anno che precede l’halving (l’ultimo è stato ad aprile 2024) e nell’anno che lo segue. Sebbene l’effetto reale dell’halving non sia più forte come un tempo, i trader di Bitcoin ragionano in termini di precedenti storici e questo effetto ‘comportamentale’ ha probabilmente una parte nelle vendite”, prosegue Miccoli.
Per l’esperto, comunque, “l’unica certezza è che i movimenti di breve termine del Bitcoin sono da sempre molto poco prevedibili e volatili”.