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Bitcoin, i motivi dietro la flessione di novembre
27 November 2025#WeeklyWatch

Bitcoin, i motivi dietro la flessione di novembre

Le quotazioni della principale criptovaluta globale sono scese nelle scorse settimane. Per Miccoli (Conio), le ragioni sono diverse ma nessuna spiega da sola il movimento. E nel futuro rimane centrale “l’opzione Fed”.

Ancora una volta, Bitcoin è sotto i riflettori per la volatilità dei prezzi nelle ultime settimane e, come già altre volte in passato, gli investitori si affannano a trovare una spiegazione per questi movimenti. Dopo il massimo storico a 126.080 dollari segnato il 6 ottobre, il valore della criptovaluta è sceso di circa il 30% in meno di due mesi, fino ad attestarsi in area 85-90 mila dollari.

Il mercato delle criptovalute è noto per le sue forti oscillazioni, che da un lato suscitano l’interesse di numerosi osservatori, e dall’altro sottolineano la volatilità che accompagna questi asset. Ne abbiamo parlato con Christian Miccoli, fondatore e CEO di Conio, la principale fintech italiana specializzata nei servizi di custodia e compravendita di Bitcoin e criptovalute e sostenuta da Banca Generali e Poste Italiane.

Il calo: nessuna spiegazione univoca

Nella scorsa primavera, una combinazione di grande volatilità sui mercati più ampi, innescata dal Liberation Day dell’amministrazione Trump e dalle dichiarazioni altalenanti sui cripto-asset rilasciate proprio dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva portato a una forte correzione dei prezzi dei cripto-asset.

Oggi una spiegazione è meno evidente. I mercati sono nervosi da inizio novembre, ma il trend non è negativo come ad aprile-maggio. “L’avversione al rischio gioca un ruolo, ma non basta a spiegare la correzione in atto”, spiega Miccoli.

Alcuni osservatori hanno puntato il dito sul caso Strategy Inc., la società di software e data analysis in precedenza nota come MicroStrategy che negli anni ha investito massicciamente la propria liquidità in Bitcoin, diventando sostanzialmente una proxy della principale criptovaluta al mondo.

Proprio questa massiccia esposizione a Bitcoinha portato alcuni a ipotizzare un’esclusione della società dagli indici benchmark come il Nasdaq 100, l’MSCI USA e l’MSCI World. Questo potrebbe mettere sotto pressione Strategy Inc. e costringerla a liquidare parte dei propri Bitcoin e così si è creata un’aspettativa al ribasso sul mercato. Anche questo fattore non sembra però sufficiente da solo a spiegare la correzione dei prezzi”, aggiunge Miccoli.

Un’altra possibile spiegazione è quella legata ai cicli quadriennali di ‘halving’, o dimezzamento, nella creazione di nuovi Bitcoin. Approssimativamente ogni quattro anni, la ricompensa per il ‘mining’, ovvero l’estrazione di nuovi Bitcoin, viene dimezzata. Questo significa che la ricompensa elargita ai contributori che proteggono la rete si riduce del 50%, incidendo direttamente sulla velocità con cui nuovi Bitcoin vengono immessi in circolazione.

Storicamente questo ciclo vede un aumento dei prezzi nell’anno che precede l’halving (l’ultimo è stato ad aprile 2024) e nell’anno che lo segue. Sebbene l’effetto reale dell’halving non sia più forte come un tempo, i trader di Bitcoin ragionano in termini di precedenti storici e questo effetto ‘comportamentale’ ha probabilmente una parte nelle vendite”, prosegue Miccoli.

Per l’esperto, comunque, “l’unica certezza è che i movimenti di breve termine del Bitcoin sono da sempre molto poco prevedibili e volatili”.

Una ‘opzione Fed’

Allargando lo sguardo ai prossimi mesi, Miccoli, che da anni sostiene le potenzialità di Bitcoin e del settore delle criptovalute, mette in luce la presenza di un potenziale catalizzatore in grado di invertire il trend. “All’orizzonte c’è una ‘opzione Fed’. Il mandato del presidente della banca centrale Usa, Jerome Powell, scade a maggio 2026. Se il successore designato dalla Casa Bianca fosse un sostenitore degli asset digitali, la Fed potrebbe fare un passo in avanti verso l’acquisto di Bitcoin come asset di riserva, un’eventualità già ipotizzata da molti. Sarebbe un vero e proprio ‘game changer’, dato che porterebbe un flusso di acquisti strutturale sul mercato da parte della maggiore istituzione finanziaria globale. E le altre banche centrali non potrebbero far altro che accodarsi negli acquisti”.

In questo senso, Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, che è secondo Bloomberg in testa alla classifica dei candidati alla presidenza della Federal Reserve, è noto per le sue posizioni favorevoli agli asset digitali. Hassett ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha delineato negli scorsi mesi le raccomandazioni su come regolamentare le criptovalute.

Tuttavia, Miccoli conclude ricordando come, viste anche le importanti fluttuazioni di mercato delle ultime settimane, “l’investimento in criptovalute richieda consapevolezza. Per questo è importante affidarsi ai partner giusti per ridurre i rischi, come ad esempio scegliere piattaforme affidabili per ridurre i rischi tecnologici e quelli di controparte, insiti nella modalità con cui si acquistano le criptovalute”.

Christian Miccoli, fondatore e CEO di Conio Christian Miccoli, fondatore e CEO di Conio
"L’investimento in criptovalute richiede consapevolezza. Per questo è importante affidarsi ai partner giusti per ridurre i rischi, come ad esempio scegliere piattaforme affidabili per ridurre i rischi tecnologici e quelli di controparte, insiti nella modalità con cui si acquistano le criptovalute"

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